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L'università di Bologna (Foto Ansa)

 

«L’Università di Bologna esprime profondo sdegno per l’escalation militare israeliana a Gaza e in tutti i conflitti in corso nell’area per le catastrofiche conseguenze umanitarie e civili che essi stanno provocando». Questa la formula scelta dal senato di Unibo per condannare le operazioni militari condotte dall’esercito di Tel Aviv nella Striscia. La mozione approvata ieri è figlia delle richieste degli studenti e dei loro portavoce – in Senato sono sei - che da tempo chiedevano all’Ateneo di prendere una posizione netta sul conflitto in Medio Oriente. Come racconta Giuseppe De Nigris, rappresentante degli studenti nel Senato accademico per Sinistra Universitaria «una prima formulazione della mozione è passata all’unanimità nel consiglio degli studenti e, dopo alcune modifiche del rettore si è arrivati al testo presentato ieri in assemblea».

Il tema è dibattuto da tempo all’interno degli organi dell’Università, non è la prima volta che la mozione veniva presentata in Senato ma finora aveva sempre fallito l’approvazione. «La mozione era stata bocciata varie volte. In passato ci era stato contestato che questo tipo di pronuncia non spettasse al Senato accademico, che bastasse ribadire le posizioni degli organi internazionali o che non fosse giusto colpire le università israeliane. Non ci aspettavamo che questa volta la mozione passasse», sottolinea De Nigris. Nella sessione di ieri sono stati proposti due testi diversi; ad ottenere più voti è stato quello più radicale che riporta il termine “genocidio” (citando le sentenze della corte internazionale di giustizia in materia) e la richiesta esplicita del riconoscimento dello stato Palestinese. I toni del documento raccontano di una presa di posizione netta. Fra le righe si ribadisce anche la difesa dell’università in quanto spazio decoloniale “contro ogni oppressione, apartheid e violenza istituzionalizzata”. Inoltre, l’Università di Bologna si impegna a “sostenere partenariati accademici con le istituzioni palestinesi” e ribadisce il proprio impegno a non avviare progetti scientifici che coinvolgano istituzioni israeliane. 

Secondo De Nigris «c’è stato un dialogo costruttivo con tutte le componenti del Senato che ha permesso di arrivare a questo testo. Più che una presa di posizione politica volevamo che l’Università avesse una posizione in accordo con il diritto internazionale, la giustizia e la legalità» e rimarca «nell’Università si insegna il pensiero critico era importante lanciare un segnale forte come questo».