L'INTERVISTA

Isabella Conti (foto di Federica Cecchi)

 

«Dopo aver concluso il 6 giugno gli Stati Generali dell'Infanzia e dell'Adolescenza, ci siamo presi due settimane per elaborare i risultati dei nostri studi. Quello che abbiamo scoperto dai dati della neuropsichiatria è allarmante». Isabella Conti, assessora al Welfare, Terzo settore, Scuola e Politiche per l'Infanzia, annuncia che il 19 giugno si terrà la conferenza stampa in cui presenterà il piano della Regione per prevenire le patologie adolescenziali legate all’abuso dei social media. Lo fa in occasione di un’intervista collettiva al Master in Giornalismo la cui versione integrale verrà pubblicata sul "Quindici" del 26 giugno.

«Nel corso di una giornata di approfondimenti e confronti con esperti del settore, abbiamo effettuato una valutazione complessiva dello stato di salute dei nostri giovani e giovanissimi. Ciò che è stato registrato è un aumento impressionante degli accessi  in neuropsichiatria infantile: siamo passati da 30.000 accessi nel 2010 a 68.000 nel 2024, nonostante la percentuale di giovani sulla popolazione totale sia inferiore rispetto a quindici anni fa - racconta l'assessora - Un numero che lascia esterrefatti se si pensa che in Emilia-Romagna gli under 18 sono 666.000, questo significa che oltre il 10% di minori ha avuto almeno un accesso in neuropsichiatria nella nostra regione».».

Il quadro è drammatico, ma qual è il piano della Regione per affrontare la situazione? Conti preferisce non svelare i dettagli che saranno presentati durante la conferenza stampa della prossima settimana ma offre qualche semplice anticipazione: ««Abbiamo in animo di potenziare la formazione dei pediatri dell’Emilia-Romagna sui rischi legati all’esposizione precoce agli smartphone e ai device digitali, affinché possano sensibilizzare genitori e famiglie. Successivamente estenderemo la formazione ad altri adulti di riferimento: l’obiettivo è generare consapevolezza».

Su una cosa è certa: «Faremo informazione, divulgazione e lavoreremo con l'Ufficio scolastico regionale poiché la scuola è un pilastro determinante per la qualità delle relazioni tra studenti e adulti». Inoltre Conti,  riguardo l’ipotesi, proposta da Macron di porre i 15 anni come età minima per usare un telefono, commenta: «Per esperienza sono consapevole che politiche calate dall’alto, senza una condivisione collettiva, possono generare un effetto boomerang». Anche se ammette: «È quello che farei con mio figlio».

Ma senza il cellulare i ragazzi come trascorreranno il tempo libero, o le pause dalle lezioni? L’assessora rassicura: «Stiamo lavorando all’approvazione delle linee guida sugli spazi all'aperto nelle scuole, così da garantire a bambini e ragazzi spazi qualificati dove rafforzare le loro relazioni umane».

In merito all’idea di utilizzare lo Spid come strumento per accedere ai social media e ai siti online, ecco il suo pensiero: «lo sono favorevolissima, e ho proposto anche l'accesso con carta di credito ai siti di scommesse e pornografia online. Per i social sarebbe fondamentale trovare strumenti di verifica dell'età, prima di finire col ritrovarci dei bambini di nove-dieci anni su piattaforme dove possono entrare a contatto con mondi potenzialmente molto pericolosi come quello dei contenuti per adulti».

Il pensiero di Isabella Conti sull’uso precoce del web da parte degli adolescenti è molto chiaro. Altrettanto netta è la sua posizione sulle politiche sociali del governo Meloni: «Hanno aumentato l'Iva su pannolini per bambini, latte in polvere e dispositivi di sicurezza per i seggiolini in macchina, e pare che ridurranno i trasferimenti sulla non autosufficienza. Parlano molto di famiglia e di chi non arriva a fine mese, ma poi nei fatti tolgono tutti quegli strumenti che possono dare un po’ di respiro a queste persone. Questo mi preoccupa molto».