femminicidio

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Andrà a processo Leonardo Magri, 53 anni, rinviato a giudizio con l'accusa di aver ucciso la moglie Daniela Gaiani il 5 settembre 2021. È la decisione del gip Salvatore Romito, che accoglie la richiesta del pm Augusta Borghini e della difesa dei genitori e della sorella della vittima. Sarà la corte d'Assise presieduta da Fabio Cosentino a occuparsi del caso. Il Pm in aula ha detto: «Siamo fermamente convinti dell’omicidio, troppe singolarità e stranezze. A partire dalla strana chiamata al 118 fatta da Magri dopo aver trovato la moglie morta nel letto». Secondo la Procura, infatti, quello che inizialmente sembrava un suicidio sarebbe invece un femminicidio, motivato dalla relazione extraconiugale dell’uomo con una donna più giovane. La moglie sarebbe stata un ostacolo per l’altra relazione di Magri e motivo di pressione psicologica.
Il corpo al centro del letto, le braccia sospese innaturalmente, la cinta al collo e i livelli di benzodiazepine e alcol rilevati nel corpo della donna sarebbero le prove che a detta del pm accusano Magri e smontano l’iniziale ipotesi di suicidio. La prova schiacciante sarebbe però la perizia medica effettuata nel settembre 2022: «L’infiltrato della muscolatura del collo – spiega Borghini – era basso, e non corrisponde alla logica dell’impiccamento. Con tali quantità di sostanze in corpo è tecnicamente impossibile che la vittima avesse deciso di impiccarsi, in primo luogo, e che fosse effettivamente riuscita a farlo, poi». L’uomo avrebbe quindi ucciso la moglie per poi inscenare il suicidio tramite una cintura legata al letto. L’ipotesi alternativa alla versione dell’imputato, che si è sempre dichiarato innocente, è che la morte di Gaiani non sia avvenuta nel letto bensì in soggiorno, sul divano. Questo troverebbe riscontro con la posizione atipica delle braccia, e nella testimonianza dell’amante di Magri, avvalorata da un’amica della stessa: «Sono abbastanza sicura che Magri, quando mi ha chiamata, mi abbia detto di aver trovato la moglie sul divano, e io ho riferito questa cosa alle mie amiche». L’avvocato Nicolin, difensore dei genitori di Gaiani, avvalla la posizione del pm e aggiunge: «È un processo indiziario? Forse lo è, ma ci sono talmente tanti indizi e di tale qualità, che non può che esserci un rinvio a giudizio».
Ermanno Corso, avvocato difensore di Magri, convinto dell’innocenza del suo assistito, solleva dubbi: «Ci sono mille motivi per cui il braccio poteva essere in quel modo, le prove raccolte non reggono». Secondo quanto riferito dalla difesa, la procura avrebbe valutato le prove acriticamente, in modo da accreditare un’ipotesi omicidiaria che voleva confermare dall’inizio. E aggiunge: «Stiamo andando a giudizio sulla base di stranezze e elementi di singolarità».