no vax

Stefano Bonaccini

L'ex presidente dell'Emilia-Romagna ora eurodeputato Stefano Bonaccini (foto Ansa)

 

«Non era mia intenzione arrecare danno a qualcuno. Il mio era solo uno sfogo». Si è difeso così Alessandro Lesi, in tribunale a Bologna, al processo che lo vede indagato, durante il periodo Covid, per i post intimidatori no vax pubblicati su un gruppo Telegram “Basta dittatura” contro l’ex governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.

I post per cui l’imputato è indagato per istigazione a delinquere, risalgono ai tempi della pandemia. Sul gruppo allora seguito da 44mila utenti, erano stati condivisi l’indirizzo e il numero di telefono di Bonaccini, ma gli investigatori hanno individuato anche un altro post riferibile all’imputato, con minacce a Romano Prodi, che a differenza di Bonaccini non si è costituito parte civile.

Silenzioso, con lo sguardo basso e di poche parole, Lesi in aula è apparso ben diverso dal leone da tastiera sui social. Nella realtà, stando al pensiero degli assistenti sociali che lo seguono, è un uomo solo e fragile. Niente che non sia stato ribadito nell’udienza preliminare. Lorenza Tondi, direttrice dell’istituto mentale di Budrio, ha testimoniato questa mattina in aula. «Seguo Lesi da almeno tre anni e aderisce pienamente alle cure farmacologiche». La dottoressa precisa che Lesi non si è mai sottratto alla terapia prescritta. «Facciamo anche delle visite domiciliari. Da tempo ho ridotto di un terzo il dosaggio dei farmaci. L’imputato è affetto da disturbi psicotici e ha avuto un progressivo decadimento delle sue abilità sociali e lavorative. Ma non ha mai avuto comportamenti di aggressività ed è attualmente innocuo».

Anche l’assistente sociale che dal 2022 segue Lesi ha testimoniato in Tribunale. «Conosco Sandro dal 2022, ci vediamo e ci sentiamo anche per telefono. Abbiamo iniziato un percorso per uscire dall’isolamento sociale». Un’attività di recupero che dovrebbe valorizzare le abilità dell'imputato. «Non è stata ancora trovata l’attività per il tirocinio relazionale in programma, ma si pensava ad un attività di artigianato, visto che Alessandro è un ex artigiano, o nell’agricoltura». Anche l’assistente sociale ribadisce la «piena collaborazione di Lesi e mai un atteggiamento violento».

Lesi percepisce un’indennità civile e alloggia in una camera in affitto. Prima viveva con la madre, ma con l’avanzare dell’età la donna è stata trasferita in una Rsa. Per pagare le cure l’unica decisione possibile era quella di vendere la casa, così Lesi ha dovuto trovare una soluzione alternativa.

Una situazione difficile da giudicare, soprattutto tenendo conto della figura dell’imputato che, durante l’udienza preliminare, era stato giudicato "incapace di intendere e di volere". L’udienza di questa mattina è servita per tracciare un profilo utile a definire la psicologia dell’imputato. La prossima udienza si terrà l’8 luglio alle 14.