Musei ateneo

Esposizione a palazzo Poggi (foto di Ludovica Addarii)

 

Sono stati 170 mila, nell’ultimo anno, i visitatori del museo di palazzo Poggi, che fa parte delle molteplici strutture che compongono il sistema museale di ateneo (Sma; https://sma.unibo.it/it/il-sistema-museale/museo-di-palazzo-poggi).

Giuliana Benvenuti, delegata per il Patrimonio culturale e presidente Sma, si dice soddisfatta dei risultati raggiunti. «Questo è per noi un bel traguardo anche perché in questo momento è chiuso il museo della Specola (con sede a palazzo Poggi), quindi non potremo che crescere ancora di più perché stiamo per riaprirlo. Abbiamo bellissimi esiti che ci stanno incoraggiando moltissimo ad andare avanti in questo lavoro di riallestimento di alcune sale, di alcune parti del museo che stiamo portando avanti in questi anni».

Ma chi sono questi visitatori? Si tratta di un pubblico vario, tra cittadini, turisti e studenti. Il biglietto ha un costo di 7 euro, ma gli iscritti all’Università di Bologna possono accedere gratuitamente, mentre per alcune categorie di persone è prevista una riduzione a 4 euro per l’ingresso al museo.

Nonostante ciò, spiega la presidente, c’è ancora un margine di miglioramento: «Come impegno per il futuro, vorremmo questi luoghi fossero più conosciuti anche dai nostri studenti. Certo, gli studenti vengono, ma non vengono se non quelli probabilmente che in qualche modo incrociano nel loro percorso di studi aspetti più storici, dalla storia dell'Università, a quella della città, gli storici dell'arte. La parte di comunicazione è una parte molto importante. Noi abbiamo dei canali social dedicati ai musei, abbiamo un sito. Vorremmo fare un futuro restyling per metterlo più in comunicazione con gli altri luoghi culturalmente interessanti di Unibo. Abbiamo alcuni edifici storici molto belli in cui si fa lezione e ogni tanto vorremmo aprirli e poi anche naturalmente le biblioteche. Forse una comunicazione più ampia su tutto il patrimonio la possiamo studiare, la dovremmo studiare».

Il Sistema museale di ateneo è un vero e proprio museo diffuso che si compone di 16 collezioni. Solo palazzo Poggi, edificio del sedicesimo secolo progettato da Pellegrino Tibaldi, anche autore di parte degli affreschi negli interni, ospita la collezione di cere anatomiche, il museo di Anatomia, di Paleontologia, quello di Mineralogia, lo stesso museo di palazzo Poggi, poi la Specola, il Museo degli studenti, il Museo dell’officina dell’educazione e l’orto botanico. Numerose sono anche le collezioni in esposizione: quella di zoologia, di antropologia, geologia, di chimica, anatomia degli animali domestici e di fisica.

Insomma, un patrimonio enorme per la città, per la nazione, per l'Europa capaci di rievocare la storia della scienza, secondo la delegata al Patrimonio culturale. «Pensiamo alla collezione di feti, servivano per studiare naturalmente l'apparato riproduttivo femminile e il miracolo della nascita, ma anche scientificamente per capire come aiutare le madri a non morire di parto. Questo è il primo luogo in cui si insegnava alle elevatrici, che non sapevano né leggere né scrivere, a praticare l'arte».

Uno scrigno che custodisce storie, racconti, come quelli di Laura Bassi prima ad aver ricoperto una cattedra universitaria all'Università di Bologna, oppure di Anna Morandi Marzolini, anatomista e scultrice italiana.

«Donne che hanno fatto enormi passi in avanti nel campo scientifico, in un periodo in cui non era loro concesso insegnare, partecipare alla vita pubblica di un'accademia o di un istituto come quello delle scienze.  Ma nell’ala cinquecentesca conserva anche uno dei più belli cicli bolognesi di artisti e pittori bolognesi, tra i quali quelli della scuola di Tibaldi. Questo luogo è pieno di storie meravigliose in cui arte e scienza si mescolano», ribadisce Benvenuti.