Referendum

A sinistra Gianfranco Pasquino mentre il riceve il premio Berlin (foto Ansa)
«Non puoi farlo perché sei la presidente del Consiglio. Non è stata una buona idea». Le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni, che ha annunciato l’intenzione di votare ma senza ritirare le schede, non sono piaciute al professore emerito di scienza politica nell'Università di Bologna Gianfranco Pasquino. Una posizione definita “non azzeccata”. Rispondendo a InCronac@, Pasquino lancia anche un messaggio chiaro: «Il referendum serve a informare i cittadini, ma soprattutto dipende dai suoi elettori e fornisce dati inequivocabili». E qui è il punto. Al di là del merito dei quesiti, la sfida sarà portare gli italiani alle urne. Con un’affluenza in costante calo, raggiungere il fatidico cinquanta per cento è tutt’altro che scontato. «Ogni anno che passa si vota sempre meno, e questo incide negativamente», osserva il professore con preoccupazione.
Per quanto riguarda il referendum dell’8 e 9 giugno, sul tavolo ci sono diversi temi: i licenziamenti, i contratti a termine, gli appalti e la cittadinanza. Secondo Pasquino, il referendum “è troppo politicizzato”, ma al tempo stesso può trasformarsi in uno strumento di informazione utile per l’elettorato italiano.
Ma che cosa voterà il professore Gianfranco Pasquino? Sì alla proposta sulla cittadinanza, che punta ad allargare i criteri per ottenerla, ma “boccia” le altre. «Non sono completamente d’accordo con i restanti quesiti», dichiara, riferendosi all’abolizione delle tutele crescenti per i licenziamenti illegittimi, alla revisione dei contratti a termine, alla limitazione delle deroghe per le piccole imprese e al ripristino della responsabilità solidale negli appalti per infortuni sul lavoro.
«Le regole che certificano il lavoro sono fondamentali, ma diventano importanti solo se fatte bene», ammonisce Pasquino. Ma questo referendum, a suo avviso, rischia di trasformarsi in uno strumento più ideologico che concreto. A fare da spartiacque sarà la partecipazione popolare. L’astensionismo, infatti, potrebbe vanificare tutto.