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Nell’immagine Claudia Carroli (foto concessa dall’intervistata)
C’è una casa, sulle colline di Bologna dove i sogni hanno ancora il diritto di circolare senza tassi d’interesse. È il salotto letterario di Claudia Carroli, consulente finanziaria, che ha scelto di aprire le porte della sua casa per dare voce ai libri e a chi li scrive. «Ho sempre avuto una grande passione per la lettura e ho pensato che fosse bello poterla condividere con i miei clienti e con i miei amici. Il mondo non è fatto solo di cifre, ma di emozioni, sentimenti e storie», racconta.
Così è nato il suo salotto: un luogo raccolto e conviviale dove si incontrano scrittrici e scrittori, giornalisti e giornaliste, lettrici e lettori curiosi. «Si legge poco e bisognerebbe leggere di più, un libro tiene compagnia, ti fa riflettere, quindi la lettura va incentivata ed è quello che nel mio piccolo sto cercando di fare». Una visione che affonda le radici in un passato nobile e colto e profondamente al femminile. Già tra Seicento e Settecento, i salotti letterari parigini, orchestrati da donne come Madame Geoffrin o Madame du Deffand, erano laboratori di idee, luoghi dove l’intelligenza del gentil sesso – spesso trascurata in pubblico – brillava in privato, guidando la conversazione tra filosofi, artisti e scienziati. In Italia, questa tradizione si è declinata con personalità come Clara Maffei o la contessa di Castiglione, fino ad approdare a «quella stanza tutta per sé» di Virginia Woolf, simbolo di emancipazione, libertà e di voce interiore. Il salotto di Claudia Carroli è figlio di quella stessa linfa: un luogo di ascolto, confronto e riflessione. Ma con una modernità disarmante. Tra gli ospiti già accolti, nomi come l’umorista Charlie Gnocchi e il grecista Andrea Koveos, il giornalista e autore Fabio Campisi, la giornalista e scrittrice Isa Grassano, Salvatore Savasta, volto noto sui social grazie al seguitissimo profilo savastascrivecose, il regista Carlo Alberto Biazzi, la regista e autrice Cinzia Bomoll e Alessandro De Francesco.
Sicuramente per dare il via a un salotto letterario ci vuole spirito di iniziativa, considerando che lo stile dei salotti illuministi oggi è forse difficilmente replicabile. «La fortuna ha voluto che conoscessi Rossella Bianco, direttrice editoriale della casa editrice Giraldi editore, e così ho iniziato questa avventura», aggiunge Carroli. «Non ho uno stile rigido. Leggo attentamente il romanzo, o il saggio, o la guida, approfondisco la biografia dell'autore o autrice, preparo diverse domande e lascio molto spazio agli ospiti per le risposte. La parte più bella arriva quando anche il pubblico presente si sente coinvolto e partecipa facendo domande o proponendo riflessioni che accendono il dialogo. In fondo, ogni serata ha una sua anima e si conclude sempre con un aperitivo, o un caffè e un dolce». Una formula che funziona, come dimostrano i riscontri e l’entusiasmo con cui i partecipanti tornano di volta in volta. «Possiamo dire che ogni libro e ogni autore ha le sue peculiarità e il suo modo di raccontare», rivela Carroli che, nel tempo, ha imparato a destreggiarsi attraverso i vari stili e generi letterari.
«Forse rispetto al primo salotto di anni fa ho acquisito più sicurezza. Devo dire che però non ho fatto cambiamenti rilevanti alle mie serate». L’avventura di Carroli va avanti da ormai qualche anno, ma il primo libro presentato nel suo salotto oggi sembra profetico. «ll primo libro era “Marino Perani. L’ala che fece volare il Bologna” di Andrea Maurizzi (Giraldi Editore), dedicato alla ala destra del Bologna tricolore del 1964, ed è una gioia sapere che oggi la squadra rossoblù vola in alto con la conquista della Coppa Italia». Tuttavia, diffondere la cultura in un luogo piacevole ma limitato come quello del salotto non è il modo migliore per raggiungere un alto numero di persone, in quest’epoca di movimenti di massa. «Bisognerebbe incentivare la lettura nelle scuole, magari proponendo gruppi di lettura e incontri capaci di accendere scintille nei più giovani, futuri lettori e non solo. Non si può correre il rischio di allontanare i ragazzi da questo patrimonio letterario. Magari partendo da un grande classico della letteratura italiana». E alla domanda su quale sia il libro che le è piaciuto di più, Carroli risponde: «Scegliere è un po’ difficile, ma ne ho diversi anche al di fuori di quelli proposti nei salotti letterari. Sicuramente ho apprezzato molto “Il nome della Rosa” di Umberto Eco».
Claudia Carroli conosce bene l’ambiente letterario su cui costruire questa esperienza di salotto, visto il connubio tra la sua passione per la cultura e la competenza nel campo previdenziale, in particolare per il mondo dell’informazione. «Seguo da tempo la cassa previdenziale dei giornalisti (Inpgi 2 per gli autonomi e i freelance e l'ex Inpgi 1, poi confluito in Inps) e aiuto a pianificare il proprio futuro con soluzioni di investimento, polizze vita, ricavi familiari. La mia consulenza si estende agli scrittori e a chi, come me, ama la lettura e partecipa ai salotti letterari come pubblico». Un legame che spesso si trasforma in conoscenza e, talvolta, in una nuova ospitalità nel suo salotto.
«Sto già preparando il calendario per l’autunno/inverno, con nuove interessanti proposte. Per chi volesse restare aggiornato, può iscriversi alla newsletter o consultare il sito claudiacarroli.biz», conclude.
E in un mondo che corre veloce, dove il tempo per la lettura è sempre poco e si ascolta ancora meno, questo piccolo angolo di lentezza e attenzione, immerso nel verde, diventa un balsamo necessario. Intanto, Carroli accoglie, ascolta, intreccia relazioni, con il sorriso di chi crede davvero nel potere delle pagine. Perché, come scriveva Virginia Woolf, «penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine».