il caso

Cassonetti di via Zanolini

La perquisizione dei cassonetti di via Zanolini (foto Ansa)

 

Oggi, gli inquirenti hanno svolto le perquisizioni nel negozio appartenente ai coniugi Lorenza Scarpante e Giuseppe Marra, la prima in stato di fermo con l'accusa di avere ucciso il marito. L’indirizzo in pieno centro a Bologna è stato setacciato nel pomeriggio alla presenza dell’avvocata dell’indagata, Giulia Rizzo. Ieri la magistratura aveva ordinato il controllo dell’appartamento in via Zanolini 16. Perquisiti anche i cassonetti nei dintorni e l'auto condivisa dalla coppia. Si rimane in attesa dei filmati delle videocamere di sorveglianza private e pubbliche. Al momento, non c’è traccia di un oggetto contundente o di altra possibile arma utilizzata in quello che è considerato un delitto avvenuto nella notte del 26 maggio. Esclusa l’ipotesi di furto. Gli investigatori hanno, inoltre, fatto sapere che, al momento dell’omicidio, nell’appartamento al terzo piano di via Zanolini, ci fossero solo i coniugi e il gatto.

Gli investigatori ipotizzano che l’uomo sia stato sbattuto contro il muro, il che spiegherebbe gli schizzi di sangue disseminati sulle pareti della casa. Secondo quanto emerge dalle indagini, l’uomo si trovava già in uno stato di incoscienza al momento dell’omicidio. Presumibilmente avvenuto alle ore 3. Sentiti anche alcuni inquilini del condominio che hanno riferito di aver udito un tonfo proprio nel cuore della notte. Lorenza Scarpante ha, però, smentito ogni accusa durante l’interrogatorio, ribadendo ancora una volta la sua versione. «Abbiamo bevuto molto, preso erba, cocaina e caramelle allucinogene. Mi sono sentita male e sono andata a letto». La donna ha raccontato di essere andata a dormire alle 22 per poi risvegliarsi alla mattina, per le 10, trovando suo marito, Giuseppe Marra, in un bagno di sangue nel tinello. A quel punto è scesa in strada, chiedendo aiuto, ancora sotto l’effetto di sostanze, ipotesi confermata anche dalle analisi eseguite al sant’Orsola.

Allertati i famigliari dei coniugi, che si sono detti sotto shock. I figli della coppia, entrambi trentenni e fuori città, sono rientrati appena messi al corrente dell’accaduto. A parlare, ieri, è stato il cugino di Lorenza Scarpante, con il quale la donna aveva condiviso la gestione del bar Rebel ad Aosta, sua città d’origine: «È una situazione molto complicata. Siamo molto scossi e anche per i ragazzi è un momento complesso».