Dibattito

Mattia Santori, consigliere comunale Pd (foto Ansa)

 

 

Il consigliere comunale Pd con delega al turismo Mattia Santori risponde alle critiche dell’opposizione sulla gestione della tassa di soggiorno: la non trasparenza dei dati, il rapporto con Federalberghi, la possibilità di spendere meglio le risorse.

 

Santori, è vero che i dati su chi riceve denaro dall’imposta di soggiorno non vengono forniti dal Comune?

«I dati sono pubblici. Nel 2024 quando il gettito dell’imposta erano quattordici milioni lo abbiamo comunicato al tavolo con le associazioni e poi in commissione. Siamo una delle pochissime città a comunicare in modo trasparente come spendiamo i soldi dell’imposta».

 

Altrove non viene fatto?

«Quasi mai. Sono alcune delle rare risorse svincolate che un’amministrazione comunale può spendere liberamente e quindi vengono regolarmente usate per tappare buchi di bilancio o risolvere problemi in settori dove mancano fondi e che nulla centrano col turismo».

 

Restando sulla trasparenza, dall'opposizione si parla anche di conflitto d’interesse rispetto al suo doppio ruolo di amministratore e fondatore dell’associazione La Ricotta, che si dice percepisca fondi dall’imposta di soggiorno.

«Mi sono dimesso dai miei ruoli di direzione nelle Ricotta quando sono stato eletto. Inoltre l’associazione riceveva fondi di modesta entità rispetto al suo lavoro, sono polemiche strumentali che sinceramente mi hanno stufato. Chi mi accusa di conflitto d’interesse per questa storia verrà querelato per diffamazione».

 

Federalberghi però afferma di aver richiesto di vedere le voci di spesa specifiche e non aver potuto.

«Per sapere come i singoli enti che ricevono i fondi li spendono bisogna rivolgersi a loro. Ma credo che il vero nodo siano i soldi per Bologna Estate, che si dice vengono dati “a pioggia” per citare qualcuno, a tante associazioni culturali. Ma Bologna Estate è un bando pubblico per l’animazione culturale estiva della città, chi vuole una lista completa di chi riceverà finanziamenti consulti i vincitori del bando».

 

Di Benedetto dell’opposizione sostiene che la tassa sarebbe spesa meglio se usata per contrastare gli effetti negativi del turismo di massa.

«Di Benedetto parla di cose che non sa. Sui problemi del turismo non c’è una normativa nazionale, nessun tetto agli affitti brevi, nessun limite agli appartamenti che un host può gestire contemporaneamente, tutto quello che abbiamo avuto è stata quella pagliacciata di circolare sulle key box. Di Benedetto vuole difendere il governo e quindi cerca capri espiatori in Comune e strizza l’occhio agli albergatori per cavalcarne il malcontento».

 

Qual è la situazione con gli albergatori?

«Non abbiamo dato soldi della tassa a un bando per gli alberghi. Sia perché la legge prevede che l’imposta non possa rientrare così direttamente agli albergatori che la raccolgono, sia perché il Comune ha fatto la scelta politica di favorire la cultura come punto di attrattiva più forte per il turismo cittadino. C’è grande fermento culturale a Bologna e finanziamo i progetti che ci sembrano più validi e meritevoli. Gli albergatori al momento stanno bene, se un domani ci sarà una crisi, una riduzione del giro d’affari o simili aiuteremo anche loro. I rapporti al tavolo consultivo con le associazioni sono sempre cordiali».