palazzo d'Accursio

La sala del consiglio comunale bolognese (foto Comune di Bologna)

 

«I soldi raccolti con la tassa di soggiorno sono di tutta la cittadinanza bolognese, non un portafoglio da cui attingere per portare avanti situazioni scollegate da essa». L’affondo del consigliere della Lega Matteo di Benedetto arriva nella commissione commercio del consiglio comunale, in cui si discutono tre ordini del giorno presentati da lui il 7 maggio sulla gestione della tassa che i turisti pagano per ogni notte di permanenza in città. Le richieste del leghista sono tre e riguardano tutte come i soldi della tassa vengono spesi: accesso delle strutture alberghiere ai benefici legati all’utilizzo delle risorse della tassa, nomina di un rappresentante dell’opposizione al tavolo tecnico istituito con le associazioni di categoria e infine maggiore trasparenza dei dati su chi usufruisce degli investimenti stanziati. Per il 2025 si prevede che il Comune raccoglierà diciotto milioni di euro dalla tassa di soggiorno, un aumento di quattro milioni rispetto al 2024 causato sia dal maggior numero di turisti che dall’incremento dell’imposta fino a 7 euro (a seconda della categoria delle strutture).

 

Arriva immediata la replica del consigliere Pd con delega al turismo Mattia Santori: «La richiesta di trasparenza fa sorridere venendo da un esponente dei partiti di un governo che non rende pubblica nessuna spesa. Governo che sulla questione turismo più che scrivere una circolare sul riconoscimento de visu dei clienti di un b&b, tra l’altro invalidata dal tribunale amministrativo del Lazio, non ha fatto. Il tavolo tecnico sulla tassa c’è già e funziona».

A sostenere le posizioni dell’opposizione interviene la consigliera di Fratelli d’Italia, Manuela Zuntini. «L’imposta aumenta, ma le strutture turistiche ricevono sempre gli stessi soldi che, invece, vanno ad associazioni culturali o fondazioni che poco centrano col turismo. Si dovrebbe investire in decoro, accessibilità per i turisti e una migliore gestione dei flussi».

 

Insiste ancora sulla maggiore trasparenza dei dati di spesa Di Benedetto, che sottolinea di aver faticato per riuscire ad avere informazioni dettagliate su come vengono spesi i soldi. Specifica che decidere come spendere la tassa è una scelta politica dell’amministrazione e non c’è nulla di illegittimo, ma che più accessibilità e chiarezza «sarebbero utili anche per evidenziare i potenziali conflitti d’interesse tra chi siede nei banchi dell’amministrazione e chi invece guida o partecipa all’attività di soggetti che ricevono le risorse».

Per il 2025 la distribuzione prevista dei 18 milioni è così suddivisa: 70% per attività culturali, sportive e promozione della città, 22% per conservazione del patrimonio e trasporto pubblico, 3% per decoro urbano e verde pubblico. Le principali voci di spesa comprendono 2.6 milioni ai musei, 2.5 milioni alla Fondazione Cineteca, 1.8 milioni alle biblioteche, 1.6 milioni per la promozione turistica, 1.5 milioni al Teatro Comunale, 847 mila euro per le attività estive e quasi quattro milioni per la conservazione del centro storico.