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Alessandro Barattoni, nuovo sindaco di Ravenna (foto Ansa) 

 

Tutto come previsto, ma non per questo meno significativo. A Ravenna la vittoria è netta, larga, inequivocabile: il nuovo sindaco è il dem Alessandro Barattoni, che conquista Palazzo Merlato con il 58,15% dei consensi, subentrando a Michele de Pascale, che ha dovuto lasciare l’incarico di numero uno della città dei mosaici dopo essere stato eletto presidente della Regione Emilia-Romagna. Un trionfo per il centrosinistra, unito in un “campo larghissimo” che ha retto la sfida con solidità, compattezza e una proposta credibile.

Già i primi seggi scrutati lasciavano poco spazio ai dubbi, attestando la coalizione intorno al 60%, perfettamente in linea con gli exit poll che la davano tra il 57% e il 61%, ben oltre quindi la soglia della maggioranza assoluta. A urne chiuse, il verdetto è chiaro: Barattoni ottiene il 58,15% dei voti, staccando nettamente Nicola Grandi, della lista “Vivi Ravenna”, sostenuta da Fratelli d’Italia e Forza Italia, fermo al 25,05%. Seguono Alvaro Ancisi, il candidato della Lega, con il 6,47%, Veronica Verlicchi al 4,40%, Marisa Iannucci al 3,02%, Maurizio Miserocchi all’1,46% e Giovanni Morgese all’1,45%. Una vittoria ampia, che conferma la solidità della coalizione composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Partito Repubblicano e ben tre liste civiche: Ama Ravenna, Progetto Ravenna (che riunisce Italia Viva e Azione), +Europa e i Socialisti.

«Le priorità sono chiare: il porto e l’Alta Velocità ferroviaria, in sinergia con gli altri sindaci romagnoli» ha dichiarato a caldo il neosindaco, che tra le tante proposte fatte in campagna elettorale ha promesso anche un progetto per rendere gratuito il trasporto pubblico locale e la costruzione di una grande piazza coperta come centro di aggregazione giovanile. E il presidente della Regione, Michele de Pascale, suo predecessore a Ravenna, lo ha subito elogiato per questo trionfo: «Una campagna vera, fatta di ascolto e partecipazione. Alessandro ha dimostrato umiltà e determinazione, costruendo una coalizione plurale e forte. Ha saputo tenere fermi i valori, ma con lo sguardo rivolto al futuro».

Se il centrosinistra ha vinto con chiarezza, altrettanto netta è stata la sconfitta del centrodestra. Non è solo una questione di tradizione, in una Ravenna storicamente una roccaforte rossa, ma anche di fratture interne mai sanate. Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno sostenuto Nicola Grandi con la civica “Vivi Ravenna”, mentre la Lega ha puntato su Alvaro Ancisi, 85 anni, in politica dal 1966. A complicare tutto, l’endorsement iniziale di Gianfilippo Rolando (capogruppo uscente della Lega) per Veronica Verlicchi, candidata della lista civica di destra “La Pigna”, poi abbandonata dal partito che ha virato su Ancisi. Risultato: una destra frammentata e senza un progetto condiviso.

Il dato più amaro di questa tornata è però l’affluenza: ha votato appena il 49% degli aventi diritto, uno dei livelli più bassi mai registrati nella città dei mosaici. Peggio rispetto ad altri comuni in cui pure la partecipazione è stata modesta, come Genova, Matera e Taranto. Un dato in linea con quanto già visto alle scorse Regionali, ma lontano da quanto accaduto solo tre anni fa: alle comunali del 2021 si era arrivati al 54%, e alle politiche del 2022 si era andati ben oltre il 70%. Stavolta, complice anche il voto anticipato dopo l’elezione di de Pascale alla guida della Regione, il disinteresse ha prevalso.

Non è stata una sfida solitaria: i candidati in campo erano ben sette, segno di un’offerta politica frammentata e variegata. Ma il nome di Alessandro Barattoni era nell’aria da tempo. Classe 1982, una lunga militanza nel Pd, di cui è stato consigliere comunale, poi segretario cittadino a 32 anni e leader provinciale dal 2021, Barattoni ha saputo costruirsi una reputazione solida e una candidatura credibile. La sua designazione ufficiale fu rapida e quasi naturale, segno di un progetto politico chiaro e condiviso. Non solo politica nel suo curriculum: ha lavorato per anni nel settore logistico e dei trasporti presso Con.eco, un’esperienza fondamentale in una città come Ravenna, dove il porto è una delle infrastrutture strategiche più rilevanti del Paese. Recentemente si è occupato anche di gestione immobiliare in Federcoop Romagna. La vittoria di Barattoni ricorda quella, altrettanto netta, ottenuta da Michele de Pascale nel 2021, quando vinse al primo turno con il 60% dei voti in un contesto simile: centrodestra diviso, ben 11 candidati in campo, e una coalizione di centrosinistra ampia e coesa. Oggi, quella stessa formula si è confermata vincente.

La città ha scelto la continuità, ma anche il rinnovamento. Alessandro Barattoni ora ha in mano le chiavi di Ravenna. E con lui, un progetto per i prossimi dieci anni.