manifestazione

Faccia a faccia con la polizia (foto di Alberto Biondi)

 

 

“No-Meloni day” atto terzo. Gli studenti di “Cambiare Rotta”, “Opposizione studentesca d’alternativa” (Osa) e “Potere al Popolo” si sono trovati al parco Don Giovanni Bosco, a ridosso del quartiere fieristico bolognese, per contestare la presenza del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in visita a Bologna. «Crediamo sia inaccettabile la passerella del primo ministro insieme a tutto lo stuolo di ministri e parlamentari europei, nonché tutta l’opposizione – dice Luca, portavoce di "Cambiare Rotta" – Ci sono tutti, da Calenda alla Schlein, da Lepore a De Pascale passando per il ministro Bernini, che continuiamo a contestare per la riforma delle università che sta portando avanti. Scendiamo in piazza contro questo Stato che sta diventando sempre più violento, lo dimostrano i manganelli in piazza».

I manifestanti, tra cori e fumogeni, si sono poi spostati verso viale Aldo Moro dove hanno però incontrato il cordone della polizia in assetto antisommossa. L’obiettivo? Raggiungere l’auditorium dove si sta tenendo la conferenza di Confindustria, con ospite d’onore la Meloni. A pochi metri dagli agenti schierati, cinque ragazzi si sono sdraiati a terra in segno di protesta, anche per impedire ai due schieramenti di entrare in contatto. Tra i manifestanti anche Dario, portavoce di Osa che questa mattina, in solidarietà alla studentessa del liceo romano Cavour che ieri si era legata alla sua scuola, si è incatenato al liceo Minghetti. «Oggi continuiamo questa lotta anche nella nostra città – spiega Dario – Ci siamo incatenati non solamente per il decreto sicurezza, che noi chiamiamo Dl repressione, ma anche per il generale contesto di riarmo che viviamo tutti i giorni. I 100 miliardi che l’Unione Europea vuole spendere per questo significano un futuro di miseria, di desolazione e di morte per tutte le nuove generazioni. Non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo diventare i nuovi partigiani nelle scuole, nelle università e nelle piazze per dire di no a tutto questo».

Poco dopo, i manifestanti hanno esposto una bandiera dell’Unione Europea, per poi darla alle fiamme. Sulla scena campeggiava una statua di cartapesta raffigurante il ministro Valditara vestito da sceriffo e un cartonato di Giorgia Meloni in tenuta antisommossa, con un cappello utilizzato nelle divise fasciste. «Crediamo – continua Luca di “Cambiare Rotta” - che sia importante oggi più che mai scendere in piazza, soprattutto in una città come Bologna, medaglia d'oro alla resistenza partigiana, per opporsi allo sdoganamento dei fascisti che viene portato avanti dal governo, ma che è stato legittimato dal centrosinistra, e soprattutto alle loro politiche di repressione e guerra».

Una volta che il presidente del Consiglio ha lasciato la convention di Confindustria, il cordone di polizia si è sciolto. La manifestazione ha quindi potuto raggiungere via Stalingrado dove, dopo un breve blocco del traffico, è proseguita fino a piazza dell’Unità.