L'omaggio

L'esecuzione, nel 2003, del busto-ritratto di Renato Maria Zangheri, figlio di Renato (foto concessa dal Centro Studi e Ricerche Renato Zangheri)

 

«Ricordare oggi mio padre è una grande emozione. La sua memoria, per rimanere viva, ha bisogno di un costante sentimento». Renato Maria Zangheri interviene da Tokyo, con un video registrato, al Convegno organizzato all’Archiginnasio, contribuendo a rafforzare l’immagine di un uomo, quella di suo padre Renato, che era sì fatta di politica, studio, socialismo e solidarietà. Ma anche e soprattutto di famiglia e di conoscenza a trecentosessanta gradi. Il figlio, chiamato affettuosamente Renatino e nato dalle seconde nozze con Claudia Dell’Osso nel 1995, riesce a «scindere con difficoltà l’affetto che provo per mio padre, con la stima che nutro nei confronti del suo impegno politico. Anzi, se separassi queste due dimensioni, non risulterei obiettivo».

Adesso che è lontano da casa, Renatino sente ancora di più «la vicinanza di quei valori con cui sono stato cresciuto. È morto quando avevo vent’anni e non l’ho mai conosciuto in veste di politico o di sindaco. Era già anziano ma non aveva bisogno di sembrare giovanile. La sua mente lungimirante e la sua cultura lo rendevano giovane».

Un padre sicuramente importante, sia per il suo ruolo pubblico sia per la passione e la vocazione per la conoscenza, per la storia e per la filosofia: «Mi ha insegnato e trasmesso l’importanza dello studio, insieme ai valori del pensiero di sinistra».

Poi ricorda le numerose sfide che Zangheri ha dovuto affrontare nel corso della sua vita. La violenza degli anni di piombo, le contestazioni, le stragi dell’Italicus e della stazione centrale Drammi politici, ma anche umani, come «quando perse la sua prima figlia Silvia, che io ho sempre considerato una sorella a tutti gli effetti». L’importanza di avere delle solide basi morali e affettive su cui costruire il proprio futuro, sicuri di essere capiti e compresi anche quando si scelgono strade diverse. «Io ho porto sempre con me la “dimensione casa”, la residenza di Imola in cui ho vissuto. Una dimensione che riflette ciò che sono interiormente. Mio padre è stato un punto di partenza. Ho fatto scelte diverse, ma mi sono sentito e mi sento protetto e guidato da lui. Mi accompagna verso la luce»