Emergenza abitativa

Matteo Lepore, sindaco di Bologna (foto di Riccardo Ruggeri) 

 

«Il nostro piano per l'abitazione in città prevede 200 milioni di euro di investimenti che ci sono già e sono stanziati con un debito del Comune, per uno studentato. In questo mandato realizziamo 1.200 alloggi per studenti. Ne realizzeremo 10.000 entro dieci anni. Alloggi che non dovranno essere soltanto utilizzati attualmente ma che metteremo anche sul mercato». Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, a margine della conferenza stampa per fare il punto sui suoi tre anni di mandato, ha risposto così a “Incronac@” sul piano previsto dall’amministrazione locale per affrontare il tema dell’emergenza abitativa.

«La “Fondazione per l’abitare” è già stata costituita – ha aggiunto Lepore – e abbiamo creato un fondo proprio per sbloccare lo sfitto che c’è in città. Siamo a buon punto, tanto deve essere fatto ma manca soprattutto un piano europeo e nazionale. Abbiamo chiesto a Bruxelles un incontro con la Commissione e presto lo faremo anche col governo proprio perché l’emergenza abitativa è presente in tutta Europa e bisogna istituire fondi come si è fatto per il Covid e come si sta facendo, purtroppo, per le armi».

È forte, quindi, la tensione abitativa che interessa la città. Il numero uno di Bologna si era già espresso sul tema durante il "Festival del Sarà" nei giorni scorsi: «C'è bisogno di una politica pubblica dell'abitare, anche mettendo un tetto alle speculazioni. Oggi le persone non riescono ad abitare le città e le aree interne si spopolano. Se non abbiamo una nuova politica per l'abitare, non abbiamo una visione sui luoghi e sulla qualità della vita».

Proprio per questo motivo, serve un progetto strategico da mettere in campo, i cui progressi sono stati rimarcati da Lepore nella conferenza stampa di questa mattina: i 200 milioni di euro stanziati dal Comune serviranno alla realizzazione di circa tremila alloggi dedicati alle fasce più marginali, agli studenti e studentesse e a chi cerca un affitto a canone agevolato. Un intervento mirato, che ambisce a trasformare radicalmente l’accesso alla casa a Bologna. Tre grandi poli nasceranno a Bertalia-Lazzaretto, Ex Scalo Ravone ed Ex Caserma Stamoto mentre due nuovi studentati da 1.212 posti letto sono in costruzione in via Rimesse e via Gramsci. “Sfitto Zero”, il programma di ristrutturazione di circa 600 alloggi di edilizia residenziale pubblica sfitti per carenze manutentive vede già i suoi primi frutti: 339 di questi ultimi saranno assegnati entro il 2025. Sono tanti poi anche gli spazi dedicati all’abitare collettivo da tempo attivi, con un programma pronto per migliorare la performance energetica degli edifici residenziali pubblici e 120 milioni di euro già investiti.

La sfida è ambiziosa, ma le basi sono state poste con decisione: Bologna vuole diventare un modello nazionale ed europeo per il diritto alla casa e la dignità dell’abitare.