Alluvione

Il presidente della Regione Michele De Pascale (foto di Tommaso Sfregola)
Per la ricostruzione post-alluvione e per la prevenzione futura in Emilia-Romagna, il governo ha stanziato 2,8 miliardi di euro. Di questi, 1,4 sono già stati usati per lavori di viabilità, interventi di messa in sicurezza e per i cantieri ancora in corso. La restante parte è stata investita per progettare gli interventi futuri e per garantire un’adeguata prevenzione. Restano fuori 60 milioni, ancora da destinare. Per risarcire chi di quelle alluvioni ha subito i danni «sono stati stanziati invece 1,9 miliardi. Di questi, 300 milioni sono stati già erogati», ha comunicato il presidente della Regione, Michele De Pascale, durante una conferenza stampa sulla ricostruzione post-alluvione a due anni di distanza.
La paura dell’acqua, per chi ha vissuto quel dramma, non è mai passata, così come quella del fango. L’immagine dei ricordi di un’intera vita che annegano sotto tonnellate di melma marrone difficilmente abbandonerà le menti di chi, in Emilia-Romagna, ha vissuto le alluvioni del 2023 e del 2024. Eppure, prima o poi, si riesce a dimenticare, anche solo per continuare a vivere. Per De Pascale è una fortuna riuscire a mettere da parte la paura e tornare a vivere, ma è bene anche conservare di quella paura quanto basta per mantenere sempre alta la soglia d’attenzione e non sottovalutare i rischi. «Non dobbiamo mai più commettere questo errore – ha detto durante la conferenza stampa – dobbiamo continuare a parlarne».
Per continuare a farlo, la Regione ha messo in campo un nuovo portale online per tenere aggiornati i cittadini sui lavori, sui cantieri e sui fondi che si stanno investendo. Su questo portale, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria civile, chimica, ambientale e dei materiali dell’Università di Bologna, sono state caricate anche delle “pillole social” per comunicare meglio coi cittadini e tenerli informarti sull’avanzamento dei lavori e sulle questioni tecniche. A rispondere, in video, ai dubbi su sicurezza e difesa del territorio, i professori dell’Unibo.