Coppa Italia

Luca Carboni (foto Ansa)

 

Tra i tanti, tantissimi, cantanti e musicisti tifosi del Bologna, Luca Carboni è uno di quelli che erano lì. All’Olimpico di Roma, «invaso da tantissime maglie rossoblù. Una grandissima emozione». La gioia e l’amore per una squadra che ha sempre ricambiato l’affetto del cantautore, che l’ha sostenuto nei momenti più difficili della sua vita. Perché "Bologna è una regola", brano del 2015, «che hai provato a spiegarmi tu e non lo dimentico più». È tornato in città all’alba, ma di stanchezza neanche a parlarne. Contattato da InCronaca, al telefono, vale la pena dirlo, è “fresco come una rosa”.

 

È una domanda retorica, lo so, ma come si sente?

«Come mi sento? Questa vittoria è una grande gioia che ci fa capire che se anche non fosse arrivato il trionfo di ieri, abbiamo fatto passi da gigante. Già solo essere in finale di Coppa Italia, a Roma, in uno stadio pieno di tifosi bolognesi, è una soddisfazione incredibile. Essere lì con la consapevolezza che stiamo lottando per andare in Champions. Ci siamo resi conto di cosa è riuscita a fare questa società, con la sua lungimiranza, la sua intelligenza e la sua sensibilità. Di arrivare dove è arrivata».

 

Era una vittoria che si aspettava?

«Io ci speravo, ma avendo visto cos’è successo in campionato, con una squadra come il Milan, che ha tante facce, poteva succedere qualcosa di non gestibile. Ieri siamo stati bravissimi. Italiano è stato perfetto, con la sua strategia di lasciarci sempre coperti, anche nei cambi durante la partita. Tutto è andato nel migliore dei modi. E, comunque, noi bolognesi, anche se avessimo perso, avremmo comunque avuto la consapevolezza e la soddisfazione di essere ritornati nel calcio con la “C” maiuscola, nel Gotha del pallone italiano e internazionale. A due giorni dalla partita che deciderà le sorti della squadra in Europa, non possiamo che ringraziare tutti».

 

La curva del Dall’Ara la ama molto. Un anno fa le hanno dedicato uno striscione: “C’hai un fisico bestiale”.

«Io non smetterò mai di ringraziare i tifosi per quello striscione. Ancora adesso mi emoziona.  Era un momento molto particolare della mia vita. A causa della malattia, per due anni non sono andato allo stadio. Seguivo le partite da casa e quando ho visto quell’omaggio è stato un momento bellissimo».

 

Tra i tanti suoi quadri c’è anche posto per la squadra del cuore. Le torri blu e un cielo rosso di sfondo, un pallone su via Rizzoli. Un omaggio a 360 gradi.

«Sì, Bologna è sempre dentro di me. Dentro le mie canzoni, nei miei quadri, nelle mie opere. Nel mio cuore. Non solo la città, ma anche i bolognesi, che sono unici. Forza Bologna».