esequie

 

 Diego Benecchi (Foto commonfree)

 

 

Bologna ha dato il suo ultimo saluto a Diego Benecchi, il leader del '77 bolognese, scomparso il 10 maggio dopo una lunga malattia che lo aveva costretto alla sedia a rotelle e via via alla sospensione di ogni attività. Le esequie sono state celebrate stamattina nella chiesa della Certosa. Tanti, tantissimi amici, persone vicine e anche molte che Benecchi aveva anche solo incrociato nel corso della sua vita. Tra questi, per esempio, Walter Vitali, che era sindaco quando Benecchi iniziò la sua carriera come consigliere comunale.

Commosso il ricordo di Mauro Collina, il compagno e amico di Benecchi che per primo, sabato, aveva annunciato la fine del personaggio storico delle proteste giovanili in città. Un vuoto terribile, incolmabile, ancora, dato dalla scomparsa di «un compagno più grande, da guardare con ammirazione e rispetto, ma anche poi un amico», ricorda. Una profonda amicizia che, insieme ad altri, li portò ad anticipare «in qualche modo quello che diventerà il Partito dei Verdi, presentando alle elezioni comunali la “Lista del Sole”. Fu così: dipingemmo un vecchio autobus con colori stupendi e affrontammo già allora le tematiche che riguardavano l’ambiente anche se sia Diego capolista sia io, secondo, non fummo eletti per pochissimi voti». Questo rapporto ha superato anche le divergenze politiche, quando Benecchi nel 1990 decise di entrare nel Partito democratico della sinistra. «Fu messo seriamente in discussione ma non si spezzò; io lo accusavo di essersi venduto ma il volergli bene mi aiutò a stemperare la sua scelta, non dico di averlo perdonato però ho continuato sempre a ricordarglielo», commenta.

«Conosco Diego da circa 50 anni», dice commosso Andrea Fornasari, compagno di collettivo all’università di Benecchi, entrambi studenti di Giurisprudenza, e ora avvocato. «Al funerale si sono riunite tante persone che durante la sua attività politica erano dalla sua parte, ma anche tanti altri che erano dalla parte avversa; questo perché ha mantenuto sempre grandissimi testa e cuore in tutti i rapporti. È stata comunque una cerimonia che ha permesso a tante persone di reincontrarsi».

Un legame che è stato anche politico, poi, ma anche «tanto amicale, e ci sono anche tanti ricordi, tante esperienze. Durante il funerale mi sono tornati insieme tanti episodi di vacanza e tempo libero trascorsi assieme. È stato un rapporto tanto più forte proprio perché andava al di là dell’immagine pubblica e del ruolo pubblico che rivestiva: Diego lo conoscevano anche i miei figli, siamo andati a sciare insieme tante volte, anche quando i miei figli erano ancora dei bambini», aggiunge con emozione Fornasari. Emerge dunque il ritratto di una persona che «pur nei salti anche politici, ha sempre avuto una passione, un calore umano, sia nella direzione politica, ma poi anche in quella personale».

Benecchi, che tra un mese avrebbe compiuto 73 anni, è stato protagonista della vita politica bolognese fin dalla sua giovane età. Originario di Domodossola, era cresciuto sotto le Due Torri, a pane e comunismo, quello extraparlamentare, rivoluzionario. La sua rivoluzione iniziò già alle scuole superiori, quando divenne leader del Collettivo Itis di via Saragozza, sotto il vento del Sessantotto. Entrò poi in Lotta Continua e il suo nome è legato a quello di Francesco Lorusso e al suo assassinio, avvenuto l’11 marzo 1977. Benecchi fu arrestato in quei giorni, come altri suoi compagni, accusato di reati legati agli scontri. Per mesi, i movimentisti lo incoraggiarono mentre era rinchiuso a San Giovanni in Monte, e poi ancora quando venne trasferito al carcere di Forlì. Rimase sempre legato alla memoria di Lorusso.

Laureato in giurisprudenza, per tutta la vita insegnò diritto alle scuole superiori. Suscitando un forte dibattito nella sinistra dell’epoca, si staccò da Lotta Continua, fondò una Jacquerie e poi, dopo anni da extraparlamentare entrò nel Partito democratico della sinistra. Fu protagonista della vita politica cittadina negli anni ’90, ricoprendo l’incarico di consigliere comunale per tre mandati: dal 1990 al 1995 fu vice capogruppo del gruppo Due Torri per Bologna, dal 1995 al 1999 presidente della commissione consiliare “Assetto del Territorio e Ambiente” e successivamente, dal 1999 e fino al 2004, presidente della commissione “Affari generali ed istituzionali”. Anche dopo il suo ruolo istituzionale, Benecchi ha continuato a essere attivo nella politica bolognese. Nel 2008 ha partecipato all'assemblea territoriale e cittadina del Partito Democratico a Bologna, contribuendo alla pianificazione delle attività in vista delle elezioni amministrative ed europee del 2009. Con l’associazione Nuovamente, che aveva fondato, ha lavorato molto con le scuole e con gli studenti, proseguendo la militanza civica che è stata il filo rosso della sua esistenza.

Oggi la sua avventura terrena e politica si è conclusa con una messa.