Rischio Idrogeologico

I consiglieri di centro-destra in Regione (foto di Paolo Pontivi)
«Impegniamo la Giunta a istituire un sistema permanente di controllo tecnico delle condizioni idrauliche su tutti i corsi d’acqua regionali e a definire un piano trasparente con degli interventi idraulici necessari». Così Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) che, oggi, con gli altri gruppi consiliari di centro destra, ha incontrato i giornalisti per discutere sulle criticità idrogeologiche e territoriali dell’Emilia-Romagna.
Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Rete Civica hanno presentato congiuntamente una risoluzione che richiede alla Giunta di impegnarsi su alcuni punti fondamentali del complesso e delicato tema e hanno attivato un monitoraggio sullo stato di avanzamento dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il coordinatore Pietro Vignali (Forza Italia) ha ricordato che «già in sede di audizione del commissario Curcio avevamo sottolineato la carenza della politica nell’amministrazione del territorio negli ultimi vent’anni. Le fragilità del territorio erano già note. Ben 2.8 milioni di emiliano-romagnoli vivono in situazioni di rischio idrogeologico. Noi chiediamo maggiore trasparenza e un coinvolgimento più attivo e intensivo dei cittadini. Il problema maggiore sono i tempi di azione, che devono essere più rapidi. Su 586 opere messe in cantiere dal 1999 al 2022 – secondo Vignali – ce ne sono 161 non concluse e solo il 45 per cento dei soldi, la maggior parte forniti dallo Stato, sono stati spesi. Oggi, la tempistica media di realizzazione di un’opera è di quindici anni. Un lasso temporale inaccettabile. La Regione ha a disposizione 345 milioni di euro, eppure i lavori per la realizzazione di 14 casse di espansione (le opere idrauliche che vengono realizzate per ridurre la portata d’acqua durante le piene dei fiumi, n.d.r.) sono fermi. La grande opera incompiuta è l’infrastruttura di Bagnetto sul fiume Reno a Castello d’Argile che doveva essere finita e inaugurata nel 2021, ma mancherebbero i fondi.
Secondo Tommaso Fiazza (Lega), «la manutenzione e la pulizia dei corsi d’acqua è sicuramente uno dei migliori modi per garantire la sicurezza dei territori di fronte agli eventi climatici estremi che sempre più si verificano in ogni parte del territorio. Gli emiliani-romagnoli pagano anni di inerzia. Da una parte bisogna realizzare velocemente le opere, dall’altra vanno individuate risorse specifiche cui i comuni possono attingere per fare prevenzione. Non ha senso che questi soldi siano resi disponibili soltanto a calamità avvenuta per ripristinare il libero deflusso delle acque».
«Un cambio di paradigma urgente, un passaggio necessario dalle parole ai fatti – secondo Elena Ugolini (Rete Civica) – coinvolgendo i cittadini ed evitando la frammentazione delle competenze tra gli enti e le complessità procedurali, che non permettono di agire con efficacia. La chiave di tutto resta sempre e comunque una maggiore trasparenza che non è solo mero rispetto delle regole procedimentali, ma anche comprensibilità dell’azione amministrativa da parte del cittadino comune».