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L'assessora regionale al Welfare Isabella Conti (foto Ansa)
«In merito all’intervista riportata dalla stampa sulle possibili soluzioni al drammatico tema della non autosufficienza, desidero ribadire, per chiarezza, che non intendevo fare riferimento a provvedimenti imminenti di carattere regionale ma di una riflessione di prospettiva, peraltro a titolo di esempio, che poneva al centro una questione strutturale e urgente: la sostenibilità e la qualità dell’assistenza per una popolazione che invecchia». Così Isabella Conti, assessora regionale al Welfare, ha precisato, dopo la forte opposizione della Cgil, la sua proposta di una leva fiscale per sostenere l'assistenza degli anziani non autosufficienti.
L’iniziativa dell’ex sindaca di San Lazzaro, riportata dall'edizione bolognese de "la Repubblica", prevedeva il pagamento da parte degli over 65 di un contributo dai 200 ai 600 euro annui parametrati sull’Isee in cambio di un’offerta di servizi volti alla cura e alla tutela degli anziani non autosufficienti, anche con il contributo dell’intelligenza artificiale. In Emilia-Romagna, la situazione degli anziani che fanno fatica a provvedere autonomamente a sé stessi è drammatica e sono circa 220 mila le persone che vivono questa difficile situazione. Attualmente, ha ricostruito l’assessora, sono 16mila le strutture accreditate della Regione per ospitare anziani non autosufficienti e, con la nuova manovra, arriveranno a 17mila che, sommate ai 15mila posti presenti nel privato, porteranno a un totale di 32mila posti. Ci sono quindi ancora 190mila anziani in attesa di un posto, di cui 80mila con una diagnosi di demenza. Numeri che pongono un tema di sicurezza pubblica, oltre che di dignità umana.
La richiesta di questo ulteriore contributo arriva però in un momento già complicato per gli over 65, che in Emilia-Romagna ammontano a 1.117.548 (il 24,93% della popolazione totale) e sono già chiamati a fare nuovi importanti sacrifici dopo la manovra da 80 milioni e l’aumento dei prezzi di biglietti e abbonamenti Tper. A loro difesa è quindi intervenuta la Cgil, che è stata molto dura nei confronti della proposta dell’assessora Conti: «È indubbio che la sfida è epocale, ma temi così complessi e delicati non possono essere affrontati a mezzo stampa, prefigurando un sistema di tipo assicurativo, invece di fare riferimento alla fiscalità generale che è lo strumento deputato al finanziamento della sanità e delle prestazioni socio-sanitarie». «Soprattutto – avverte il sindacato – sarebbe necessario investire per formare e trattenere le professionalità necessarie, a cominciare da infermieri e operatori socio-sanitari, così come convenuto nella discussione con Cgil-Cisl-Uil sul bilancio regionale, destinando a questa finalità cinque milioni di euro».
Posizioni che hanno convinto l’assessora regionale al Welfare a circostanziare la sua proposta, riducendola a uno stimolo al dibattito, ribadendo come sia comunque necessario un patto tra i vari schieramenti politici al fine di trovare soluzioni concrete a un problema tanto delicato quanto importante come quello dell’assistenza degli anziani: «Si tratta di una riflessione aperta – prosegue Conti – che peraltro una Regione a oggi da sola non potrebbe praticare nemmeno volendolo, ispirata a modelli già esistenti in altri Paesi, come il Giappone, che vuole stimolare un dibattito serio a livello nazionale. La Regione vuole coinvolgere tutte le forze sociali in tavoli di lavoro condivisi affinché si innovi insieme a un sistema che non regge più».
Sarà però necessario mettere più risorse, che difficilmente saranno comunque sufficienti: «La Regione Emilia-Romagna ha fatto un investimento senza precedenti sulla non autosufficienza – aggiunge l’assessora – ma da sole le Regioni non ce la possono fare a sanare la frattura sociale che si sta generando. Servono scelte nazionali, strutturali, condivise. Non si può più far finta di niente come fa il Governo nazionale. Se non iniziamo a parlarne adesso, continueremo a lasciare famiglie e operatori da soli, schiacciati da un sistema che non tiene. Penso che la politica abbia il dovere di guardare oltre il giorno per giorno e mettere in fila le vere priorità. E questa, oggi, lo è».