Coppa Italia

Sergio Mattarella

Sergio Mattarella al Quirinale con le delegazioni di Bologna e Milan (Foto Ansa)

 

Coppa Italia, le finaliste al Quirinale. Bologna in treno, Milan in volo. La partita di domani sera è alle porte e l’atmosfera si scalda. Le protagoniste dell’attesissimo atto conclusivo della Coppa Italia sono già arrivate a Roma con mezzi diversi ma lo stesso obiettivo: alzare il trofeo. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accolto le delegazioni con il consueto garbo, pur con un pizzico di rammarico. «Mi dispiace non poter assistere all’incontro, neppure in tv, perché sarò in viaggio verso Coimbra», ha detto il Capo dello Stato, rivolgendosi a giocatori e dirigenti. A Vincenzo Italiano ha detto: «Mister, quando lei è arrivato a Bologna le avranno ricordato che la sua squadra, quasi 90 anni fa, veniva definita lo squadrone che “tremare il mondo fa”. Però è difficile che il Milan, con tanti scudetti vinti, possa tremare. Ma vista la storia gloriosa delle due società, è garantito per domani un grande spettacolo».

I tifosi non hanno ancora varcato le soglie della città ma ormai è questione di ore: circa 30mila i rossoblù attesi nella città eterna. Tra loro gli intramontabili, come Roberto Baggio, ex giocatore di Bologna e Milan, e Beppe Signori, storico centravanti rossoblù, ma anche voci dal mondo dello spettacolo, Cesare Cremonini e Gianni Morandi, saranno presenti sugli spalti dell’Olimpico di Roma a tifare per gli uomini di Italiano.

I tifosi del Bologna non sono più soltanto protagonisti delle pagine di cronaca locale: stanno scrivendo un nuovo capitolo nella storia del calcio italiano. Una comunità pulsante fatta di decine di migliaia di anime con le proprie gioie e lacrime, tutte unite da una sola maglia.

Tra loro c’è anche Lisa Moratto, bolognese, studentessa del Master in Comunicazione e Marketing dello Sport all’Università di Bologna. Per lei il tifo è una questione di cuore, ma anche di famiglia. «Mi ha fatto innamorare il mio papà. Mi ha portata allo stadio per la prima volta nel 2009. Tifare insieme è un modo per sentirmi più vicina alla mia famiglia», ha detto.

Ed è proprio questa la forza della tifoseria rossoblù: la capacità di rinnovarsi senza perdere le proprie radici. Che sia merito di una nuova generazione di appassionati o di una stagione da sogno, il risultato è sotto gli occhi di tutti. Un entusiasmo contagioso, una passione che si tramanda. «È bellissimo, secondo me, che le tifoserie si possano tramandare», dice Lisa, con lo sguardo già rivolto alla prossima partita. E, forse, al prossimo capitolo di questa storia senza fine. La trepidazione per i possibili futuri scenari resta palpabile ma la gioia rimane. «Sono grata e contenta a prescindere, è un onore poter provare quest’ansia e questa agitazione. Ho paura del “dopo” in positivo e negativo. Mi sento in un certo senso paralizzata», ha raccontato la giovane tifosa.

I tifosi potrebbero incontrare difficoltà ancora prima di arrivare allo stadio. La finale di Coppa Italia, infatti, è solo l’ultimo di una serie di grandi eventi che stanno mettendo Roma alla prova, dopo gli Internazionali di tennis, un Giubileo ancora in corso e il Conclave appena concluso. Insomma, la Capitale non è digiuna di grandi appuntamenti, e per orientarsi tra traffico e caos servirebbe quasi una “guida galattica per tifosi”.