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Circuito di Imola (foto Ansa)
Si scaldano i motori per il Gran Premio del 16-18 maggio, ma la vera sfida è fuori dal circuito. Per tre giorni, Imola tornerà a essere il cuore pulsante della Formula 1. Tuttavia, mentre i piloti si preparano a darsi battaglia tra i cordoli del Santerno, una sfida diplomatica si gioca dietro le quinte.
Il contratto tra il circuito Enzo e Dino Ferrari e Liberty Media, proprietaria dei diritti della Formula 1, è infatti agli sgoccioli. Salvo colpi di scena, il 2025 potrebbe essere l’edizione dei saluti per Imola. A differenza di Monza, che invece ha blindato il suo futuro nel Circus fino al 2031.
Diverse le voci che si sono alternate sulla questione. L’amministratore delegato della Formula 1 Group, Stefano Domenicali, che fra l'altro è imolese, ha ricordato la città come «luogo emblematico della Motor Valley». Ma le sue parole hanno lasciato più spazio al passato che al presente.
A lottare per il circuito imolese restano le parole del sindaco Marco Panieri: «È una partita complicata ma l’indotto vale 278 milioni di euro e gli investimenti hanno già portato a dei risultati, chi manca all’appello è il Governo». Dal canto suo il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale aggiunge: «Imola e questo territorio rappresentano l’italianità nel mondo. Per il futuro del Gran Premio, le risorse il sistema Paese le ha e le vuole mettere in campo. Non è un problema di due Gran Premi nello stesso stato. Vogliamo una trattativa su lungo periodo – ha concluso – e ci sentiamo in partita». Non sono tardate ad arrivare le risposte di Fratelli d’Italia: «Sul Gran Premio di Formula 1 a Imola la Regione Emilia-Romagna "alimenta solo illusioni”. Le dichiarazioni fatte da Domenicali non lasciano tante speranze per Imola e il suo circuito, mentre le dichiarazioni di de Pascale sembrano più frasi scaramantiche per tenere accesa ancora una fievole illusione, con frasi più adatte al gioco tradizionale della Romagna del beccaccino».
A detta dei meloniani, la sinergia tra i due autodromi per una sfida comune non è mai esistita, sebbene il primo cittadino imolese la desiderasse. Una debita riconoscenza della città lombarda alla città emiliana sarebbe però dovuta, ed è legata al periodo Covid quando l’autodromo imolese fu uno dei pochi che si fece carico di ospitare il mondiale a porte chiuse.
A conti fatti, Monza ha rinnovato fino al 2031 mentre Imola si ritrova tra Scilla e Cariddi. Laddove la passione per i motori aumenta in Asia e in America, l’Europa, Italia compresa, sembra essere invecchiata male e rischia di dover cedere terreno. Da cuore pulsante della storia della F1, il vecchio continente oggi deve fare spazio a chi porta budget, visibilità e nuove audience. Il denaro vale più della storia, cancellare Imola vuole dire, infatti, cancellare una parte importante della memoria collettiva di questo sport: l’ultimo circuito su cui ha corso Ayrton Senna. La città però sembrerebbe pronta a reinventarsi, l’Autodromo vanta infatti numerose iniziative che esulano dalle grandi gare.
La malinconia nell’aria è, dunque, palpabile ma Imola non si rassegna, la speranza resta legata proprio al buco lasciato nel calendario 2023, quando l’alluvione costrinse a cancellare il Gp dell'Emilia-Romagna. Resta da chiarire se per la città si tratti di un breve pit-stop o di un’uscita dal campionato.