bilancio comunale

Bologna (foto: Giampiero Moscato)

 

 

«Quest’anno stimiamo di incassare 18 milioni di euro, un aumento dovuto sia alla crescita del turismo che all’incremento delle tariffe della tassa di soggiorno, che da aprile possono arrivare fino a sette euro a notte», ha spiegato Pompilia Pepe, responsabile dell’Ufficio statistica turistica del Comune di Bologna, durante la commissione consiliare “Commercio e Turismo” dedicata al bilancio e alla programmazione del settore.

Nel 2024, il consuntivo dell’imposta di soggiorno si è attestato a 13.875.764 euro. Nonostante questo, il trend di lungo periodo resta positivo: nel 2018 le entrate erano circa sette milioni, e i pernottamenti sono passati da 3,6 milioni a 4,5 nel 2024. A contribuire è stato l’aumento dell’offerta ricettiva e l’attrattività turistica in costante crescita.

Il Comune punta ora a sfruttare la leva fiscale per sostenere investimenti culturali e strutturali. La nuova distribuzione prevista dei 18 milioni del 2025 sarà così suddivisa: 70% per attività culturali, sportive e promozione della città, 22% per conservazione del patrimonio e trasporto pubblico, 3% per decoro urbano e verde pubblico.

Nel dettaglio, le principali voci di spesa comprendono: 2.6 milioni ai musei, 2.5 milioni alla Fondazione Cineteca, 1.8 milioni alle biblioteche, 1.6 milioni per la promozione turistica, 1.5 milioni al Teatro Comunale, 847 mila euro per le attività estive e quasi quattro milioni per la conservazione del centro storico.

Secondo Mattia Santori, consigliere comunale, la tassa di soggiorno rappresenta una risorsa cruciale per il Comune: «In questo momento è una manna dal cielo, perché è l’unico ambito su cui i Comuni possono intervenire finalmente con economia e indipendenza. Bologna, a differenza di altre città, non ha mai usato queste risorse per tappare buchi amministrativi».

Il consigliere ha inoltre chiarito: «Non sono i cittadini a pagare questa imposta, ma i visitatori. Per questo piace a molti residenti. Di contro, non è apprezzata dagli operatori ricettivi, perché anche se non la versano di tasca propria, incide sul prezzo delle camere, spesso richiesta in contanti, complicando la gestione».

Bologna, insomma, sceglie di puntare su un modello turistico che reinveste nella città: cultura, mobilità sostenibile, patrimonio urbano.