Conflitti

Daniele De Paz (foto Ansa)
Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna, a proposito delle ultime azioni del governo di Israele, ritiene difficile poter stilare un bilancio, ribadendo il suo ruolo di capo di una comunità. Non commenta le ultime mosse di Benjamin Netanyahu, che ha avviato un'operazione massiccia su Gaza, con lo spostamento della popolazione palestinese e la conseguente occupazione militare della Striscia a tempo indeterminato. «Non sono un rappresentante politico», dichiara. Nonostante ciò non nasconde la sua preoccupazione per i territori palestinesi devastati dalla guerra e per i cittadini che li abitano.
«Provo disagio e amarezza per quello che sta accadendo con il conflitto, che non è mai la soluzione ai problemi. Non bisogna però dimenticare che esiste un punto di partenza, ovvero il 7 ottobre, che ha scatenato una risposta pesante da parte del governo di Israele. E non possiamo dimenticare i cinquantanove israeliani ancora in ostaggio. Se fossero stati liberati, forse avrebbero portato a una tregua». Questa la sua opinione, ribadendo poi la totale vicinanza della comunità ebraica ai palestinesi: «Noi siamo uomini di pace e non di guerra. Siamo vicini a tutte le persone che soffrono, siamo vicini al popolo palestinese».
Intanto, continua a emergere nel mondo politico e diplomatico, oggi come ieri, la ben nota soluzione dei due Stati, che secondo De Paz può essere davvero la scelta migliore, seppur di difficile attuazione, osteggiata da entrambe le parti in gioco. Altrimenti un’altra via potrebbe essere «viaggiare verso una possibile convivenza, ma anche in questo caso parliamo di una cosa complessa». Un tema complesso che andrebbe comunque affrontato in maniera più ampia e non unilateralmente, poiché «è troppo facile dire semplicemente che esiste un tiranno. Voglio ricordare che il 50% della popolazione israeliana è contro Netanyahu, che però è stato eletto democraticamente».
Sugli insulti alla senatrice Segre, che il 25 aprile è stata persino definita da molte persone sui social una “nazista”, De Paz ricorda come tutto questo porti a una conoscenza distorta della Storia, così come fare, per esempio, una comparazione «tra i militari israeliani e l’esercito nazista. Questa è istigazione all’odio. Tutto questo produce un pesante effetto su ogni livello di conoscenza. Parliamo di azioni strumentali e fuorvianti che definiscono gli ebrei degli oppressori. È un’azione malvagia».
Ricordiamo, tra l'altro, che Liliana Segre proprio ieri, in una intervista al Corriere della Sera (a firma di Alessia Rastelli), ha dichiarato di provare una vera e propria "repulsione" sia per Netanyahu e il suo governo estremista, sia per il "fanatismo sanguinario" di Hamas.
Il capo della Comunità di Bologna conclude, infine, la sua riflessione sugli ultimi avvenimenti in Medio Oriente sottolineando come il desiderio, dal punto di vista sociale e politico, debba essere uno solo, e cioè la risoluzione del conflitto attraverso il dialogo, unico strumento che ci rammenta la nostra umanità.