L'intervista

Katia Serra ospite a Incronaca. Foto di Ludovica Addarii

 

«Mi aspettavo di più da Meloni sulle politiche al femminile». Così l’ex calciatrice e commentatrice sportiva Katia Serra critica il lavoro svolto dalla Presidente del Consiglio per i diritti e le opportunità delle donne in Italia. Nel nuovo numero del Quindici, la telecronista racconta le ripercussioni scaturite in Rai dopo la nomina di Giorgia Meloni, le quali hanno portato a un taglio del personale che ha coinvolto, in parte, le sue colleghe. Nell’intervista Serra esalta anche la città di Bologna ed elogia i risultati della squadra rossoblù.

I trionfi di Katia Serra vanno ben oltre il campo da gioco. Durante la sua ventennale carriera calcistica, infatti, nel 2004 ha cominciato un percorso da sindacalista per ottenere maggiori tutele e garanzie alle calciatrici italiane in attività, diventando così una vera e propria apripista. Per questo motivo non approva la scelta di Meloni di farsi chiamare “Il Presidente”, dato che si tratta della prima donna alla guida dell’Italia: «Non condivido il fatto che si faccia chiamare in questo modo per ragioni linguistiche». Allo stesso tempo dice: «Riconosco la sua autorità anche se da donna mi aspettavo di più sulle politiche al femminile». Il governo Meloni, secondo Serra, ha fatto passi indietro per quanto riguarda i diritti delle donne e le opportunità che le stesse hanno nel mondo del lavoro. E fa un esempio: «Alla Rai il personale femminile è stato tagliato per motivi a me sconosciuti. Ma qualche domanda me la sono fatta». Dopodiché rincara la dose: «In seguito alla finale di Wembley mi hanno fatto un contratto che poi è scaduto e non me l’hanno mai rinnovato. Sono ritornata a lavorare a gettone e non mi occupo più di commentare il calcio maschile».

Per quanto riguarda il suo rapporto con Bologna, l’opinionista sportiva spende parole al miele: «Non la cambierei per nulla al mondo perché qui si respira cultura e arte, ma soprattutto per il calore dei bolognesi, il progressismo che la contraddistingue e ovviamente i tortellini». Poi la telecronista aggiunge: «Quando ero giovane mi sentivo una nomade, non ero così legata alla città. Oggi, alla mia età, sono felice di essermi trasferita a Bologna dopo la fine della mia carriera calcistica». Infine, conclude l’intervista con un breve commento sulla stagione dei rossoblù: «Direi sette e mezzo, se lo meritano tutto. Vincenzo Italiano sta facendo un ottimo lavoro alla guida della squadra. Sono veramente soddisfatta e spero che in futuro la società, alla quale faccio i miei complimenti, migliori sempre di più».