1° maggio

Opera di Carlo Orsi - foto di Edoardo Cassanelli

 

Combattere, resistere, far sentire la propria voce e non venir mai meno alla speranza. Questi i temi espressi dalla mostra multimediale “Al Lavoro. Tutto cambia cambia tutto”, che verrà ufficialmente inaugurata domani giovedì 1° maggio, Festa dei Lavoratori, al DumBo, e che rimarrà aperta, con ingresso gratuito, fino a domenica 18. Una riflessione sul valore sociale del mondo lavorativo in Italia, e non solo, e di come questo sia pieno di problematiche ancora aperte.

«Il lavoro cambia, ma le persone esistono ancora e devono essere messe al centro, in uno spazio di rilancio e conflittualità necessaria». Questo il commento del sindaco Matteo Lepore stamattina all’anteprima della mostra, per poi concludere dicendo che «o c’è piena occupazione o non c’è una condizione paritaria di benessere».

Incisivo il segretario della Cgil Bologna, Michele Bulgarelli. «La Storia va anche indietro, ci sono le sconfitte. Però ci sono le lotte e i loro protagonisti. Questa mostra risulta utile per ricordarci che la nostra democrazia si realizza appieno con il conflitto sociale, altrimenti avvizzirebbe».

«Il lavoro è partecipazione e scambio. Il valore cooperativo si costruisce attraverso la condivisione, la consapevolezza di sé e dell’altro», è di questo avviso, infine, la presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini.

Il percorso espositivo è diviso in sei sezioni, ognuna rappresentante un tema caldo del disagio lavorativo, sia dentro che fuori i nostri confini: il lavoro minorile, il precariato, la sicurezza sul lavoro, le lotte, la cooperazione e l’impiego pubblico.

Le opere proposte per il pubblico si compongono di sculture, video, ma soprattutto di fotografie, risultato del lavoro di oltre quaranta fotografi di fama nazionale e internazionale. Questi scatti, a colori e in bianco e nero, hanno come scopo incidere nella mente e nel cuore degli spettatori il dolore, la fatica, la rassegnazione, ma anche la rabbia di chi non smette di lottare per la dignità lavorativa, per il benessere sociale.

Ad accompagnare il visitatore nelle sezioni del padiglione Temporanea del DumBo ci sono le foto delle operaie della Perla, i lavoratori di Saga Coffee, gli infermieri in fuga dagli ospedali della Regione. Ci sono i volti dei bambini del terzo mondo segnati dalla fatica, ci sono il sangue e le macerie dei morti sul lavoro, e i fumi e gli sforzi nelle fabbriche, resi ancora più evidenti dall’estetica del bianco e del nero, effetto vecchio stile che crea ancora più pathos.

Immagini dunque forti e difficili da assimilare, ma perfette per scatenare sempre più domande che possano riportare il lavoro al centro del dibattito pubblico, con la speranza però di formulare soluzioni concrete e non solo e sempre parole costruttive che, alla fine, non costruiscono niente.