Genere

Presentazione dell'Atlante in Comune. Foto Sofia Civenni
Di chi è la città e chi può viverla in modo sicuro e autonomo? Chi è accolto e chi è respinto? Mappare nella città i servizi, le attività, le iniziative e le reti che supportano la vita quotidiana delle donne e delle minoranze di genere. E poi, far emergere, attraverso la combinazione di mappe e dati, le disuguaglianze che richiedono un intervento mirato delle istituzioni. È questo lo scopo dell’“Atlante di genere di Bologna per una città femminista”, progetto sviluppato grazie alla collaborazione tra il Comune e le associazioni “Period Think Tank” e “Sex & the City”, per favorire una comprensione più profonda di come il genere influenzi il modo in cui le persone vivono e si muovono negli spazi urbani. «E’ un progetto che permette di ragionare su come per secoli le città sono state progettate a misura di uomo- spiega la vicesindaca Emily Clancy. - Dalla fotografia per la realtà, l’obiettivo è iniziare a lavorare a politiche inclusive che contrastino questo sistema, basato sul patriarcato».
Il progetto si basa sulla raccolta e sull’uso di dati disaggregati per genere, «avviato con l’adesione del Comune alla campagna #datipercontare nel 2021 - dice Giulia Sudano di “Period Think Tank”– Abbiamo raccolto 3.000 risposte a un questionario: è emerso che l’83% per cento degli uomini ha dichiarato di non aver mai subito molestia, contro il 40% delle donne, che ne denuncia almeno una negli ultimi 12 mesi. Così il 53% delle donne è stata seguita per strada almeno una volta, mentre il 70% degli uomini mai una volta nella vita». I dati sono stati raccolti con «uno spaccato intersezionale, nella convinzione che oltre al genere anche altri fattori, come l’età e l’orientamento sessuale siano determinanti».
E allo stesso modo le sfere di osservazione dell’Atlante affrontano diversi ambiti della vita urbana: si analizzano la sicurezza nello spazio pubblico; la mobilità, condizionata spesso dalla percezione dell’insicurezza e dalla disparità di genere; i servizi e la sanità, con i servizi differenziati sulla base del genere; l’abitare e l’accesso alla casa; il sex work e le sfide politiche e sociali che genera; la toponomastica, che non rappresenta appieno il ruolo e l’impatto delle donne sulla società. Questo perché «è necessario ripensare alla città in maniera concreta, per ridefinirne la geografia: e questo libro rappresenta la prima pietra per passare da una idea di città all’attuazione pratica di progetti che migliorino la vita di tutte le persone» - commenta soddisfatta Porpora Marcasciano, presidente della Commissione consiliare parità e pari opportunità, che ha dedicato la sua seduta odierna all’Atlante. Anche Florencia Andreola e Azzurra Muzzonigro di “Sex & the City” fanno eco, dicendosi soddisfatte del lavoro, che per loro «è iniziato a Milano nel 2021 con l’Atlante di quella città, ed è proseguito proficuamente a Bologna: è una fotografia del territorio che ne mostra lo stato attuale e le risorse, ma anche le lacune, i sentieri, le strade da per correre per far sì che questa città diventi appunto femminista».
Concretamente, «tutta la Giunta sta valutando l’impatto di genere delle proprie politiche -conclude Clancy - Questo Atlante è un primo strumento operativo, ma anche un messaggio: per costruire una città migliore, dobbiamo partire dai bisogni di tutte e tutti. Parliamo di genere non per escludere, ma per includere, oltre tutte le polemiche politiche che si sono scagliate contro il progetto».
Il libro, presentato il 16 aprile al pubblico nel nuovo padiglione Filla, nel parco della Montagnola, sarà disponibile per prestito e consultazione presso le biblioteche della città ed è scaricabile su https://www.comune.bologna.it/servizi-informazioni/atlante-genere-citta-femminista