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Nella foto Jannik Sinner, fonte Ansa

 

Ci sono storie che cambiano la vita degli altri, la ispirano e la indirizzano verso traguardi inaspettati e inconsciamente desiderati. Quella di Jannik Sinner è una di queste. Gli ultimi successi del talento altoatesino, come la vittoria degli Australian Open e la conquista del terzo slam in carriera, stanno dando infatti un contributo decisivo per la crescita della popolarità del tennis a livello nazionale, ma anche locale, nonostante la squalifica di tre mesi che il numero uno del mondo ha recentemente patteggiato con la Wada, l’Agenzia mondiale antidoping, relativamente al caso Clostebol.

A dimostrare la crescita del successo della racchetta tradizionale sono i dati raccolti dalla Federazione italiana tennis & padel, i cui iscritti sono aumentati vertiginosamente dal 2020 a oggi, fino a toccare il picco ancora in crescita di 821.529 tesserati nel 2022, con una tendenza positiva anche nel Bolognese. Questo trend è confermato anche dalle testimonianze di molti circoli e associazioni tennistiche della città, dalle quali emerge anche, però, un paradosso. Le richieste copiose che provengono da tutte le fasce d’età spesso non vengono accolte completamente, al punto che alcuni circoli si ritrovano ad avere liste di attesa lunghe e, in generale, c’è un problema di strutture che prima c’erano e non ci sono più. I 47 impianti della città non sono, infatti, sufficienti e alcuni di questi vivono situazioni di incertezza: il Nettuno Tennis Club, ad esempio, è al centro di una contesa legale tra vecchi e nuovi gestori che ne ha paralizzato l’attività. Ciononostante, la crescita non si arresta, come conferma l’assessora comunale allo Sport Roberta Li Calzi: «I numeri di questa disciplina sono in costante aumento, come sempre avviene quando ci sono delle vittorie a livello nazionale, e aver ottenuto le finali di Coppa Davis, dopo aver ospitato i gironi nelle precedenti edizioni, porterà ad una grande partecipazione di pubblico». Le finali della competizione per nazionali si terranno infatti a metà novembre alla Segafredo Arena, salutando l’Unipol Arena dove si sono giocate le fasi a gironi nelle tre precedenti edizioni.

Tra le testimonianze di questo aumento c’è quella della Virtus Tennis, nata nel 1925 all’interno della Società di educazione fisica Virtus, la polisportiva della città tra le più antiche d’Italia, fondata nel 1871. Quest’anno la sezione dedicata alla terra battuta della Virtus si appresta a festeggiare il centenario con numerose attività per raccontare alla cittadinanza la sua storia e l’importanza di Bologna nello scenario tennistico tricolore. Della famiglia Virtus hanno fatto parte atleti di primo piano a livello nazionale: Paolo Bertolucci, Omar Camporese, Raffaela Reggi e Tathiana Garbin. Adesso, anche grazie alle vittorie di Sinner, la polisportiva sta vivendo un rinascimento. Sono in continua crescita, infatti, le richieste di iscrizione. Ma, avendo la Virtus negli ultimi anni deciso di limitare il numero di soci per garantire una migliore qualità dei servizi, si ritrova ad avere 200 persone in attesa che si liberi un posto.

Conferma questo trend anche Mario Trebbi, presidente dei Country Club di Villanova e Castenaso, paesi dell’hinterland, che ha registrato un +20% di iscritti nell’ultimo anno, costringendo i 13 campi dei suoi circoli agli straordinari. Si accoda in questa tendenza anche il Circolo Tennis Bologna, storica associazione sportiva dilettantistica che ha sede nei Giardini Margherita e che, contattata sul punto, ha risposto di ritenere fondamentale l’importanza dei successi del numero uno al mondo, che sta riportando il tennis nelle case degli italiani. Testimonianze analoghe sono state raccolte dal Centro universitario sportivo di Bologna.

Un aspetto che desta sorpresa nella percezione dei circoli riguarda le fasce d’età, con gli adulti tra i 30 e i 50 anni che, inaspettatamente, sono al primo posto per numero di richieste d’iscrizione. Questo è stato confermato dai gestori dei circoli di Villanova e dei Giardini Margherita.

Insomma, l’esempio del giovane Jannik sta conquistando proprio tutti e il padel, che qualche anno fa sembrava rappresentare una minaccia, non sembra essere più un problema. «Il padel – rispondono dal Circolo dei Giardini – avvicina comunque le persone allo sport: chi gioca a padel, prima o poi gioca anche a tennis. E viceversa». I circoli e i club sono quindi concordi nel non considerare il padel un pericolo, bensì un’opportunità. Dando la possibilità di creare piccole comunità e offrendo a tutti la possibilità di divertirsi, faticando meno grazie alle sponde, che garantiscono sempre una seconda chance.

Bologna quindi si conferma città del tennis e intanto si prepara a novembre per le Final 8 di Coppa Davis con gli azzurri impegnati a difendere il titolo di campioni in carica.

Tra l’altro Bologna porta fortuna alla nazionale. Sono positivi tutti i precedenti che hanno visto l’insalatiera sbarcare da queste parti. A partire dal primo incontro, che risale al 1937, quando gli azzurri rifilarono un 5-0 senza storia al Principato di Monaco al Campo centrale del Littoriale, l’attuale stadio Renato Dall’Ara. Dopo altre tre vittorie, nel 1976 gli azzurri ospitarono in città la Jugoslavia, cui impartirono un 5-0, all’interno del percorso che vide il gruppo di Panatta e Bertolucci conquistare la prima storica insalatiera del nostro Paese. Infine, arriviamo ai giorni nostri e alle edizioni che hanno visto Bologna ospitare le fasi a gironi che hanno portato ai due straordinari successi di Sinner e compagni alle finali di Malaga nel 2023 e nel 2024. Per il 2025 la formula della Coppa cambia: dopo gli esperimenti del passato è stata abolita la fase a gironi e sostituita con sfide a eliminazione diretta casa-trasferta. Torna al passato anche la formula delle singole sfide, con cinque incontri, quattro singolari e il doppio, in tre set e divisi in due giorni.

Del paradosso delle strutture, della Coppa Davis e dell’effetto Sinner a Bologna abbiamo parlato con Franco Cervellati, giornalista sportivo e scrittore esperto di tennis. «L’interesse c’è ed è molto forte: nell’ultimo anno le iscrizioni sono aumentate vertiginosamente, soprattutto nei piccoli circoli di provincia. E l’effetto Sinner c’è indubbiamente, le persone sono tornate a passare le loro notti davanti al televisore per seguire le sfide del campione altoatesino», dice. Bologna, però, racconta Cervellati, vive quello che appare «un paradosso»: nonostante l’aumento di richieste, l’offerta tennistica si è molto ridotta. «Per esempio il Cierrebi, uno dei principali centri sportivi della città, che ospitava grandi tornei internazionali e conteneva ben dieci campi da tennis, resterà chiuso almeno fino al 2026 e la stessa sorte è capitata anche al Tennis Club Aeroporto Bologna», spiega il giornalista. Inoltre, molti campi che prima erano dedicati esclusivamente al tennis sono stati convertiti e sono divenuti polivalenti, riducendo questo sport ai minimi termini. Per cui c’è un’offerta che è diminuita a fronte di un aumento di richieste e la contrazione dei campi è stata compensata solo in parte dalla provincia. E sulla portata dell’effetto Sinner, Cervellati fa un parallelo con quello che successe con un grande sportivo bolognese del passato: «L’effetto Sinner ha assunto dimensioni simili all’effetto Alberto Tomba, che aveva riportato lo sci nelle case degli italiani». Il padel, invece, ha attraversato un periodo di forte boom negli ultimi anni a scapito del tennis, tant’è che la Federazione nazionale è stata rinominata Federazione italiana tennis & padel. «Oggi – conferma anche Cervellati - le due discipline non sono però concorrenti e il tennis non ha risentito di questo fenomeno dal punto di vista degli iscritti». Infine, una chiosa sulla Davis: «Bologna è già preparata per l’evento, la risposta della cittadinanza è stata entusiastica e l’assegnazione delle Finals è stato un premio giusto per la città, che ha sempre ospitato grandi tornei internazionali e ha sempre prodotto talenti che poi sono emersi nello scenario internazionale; basti pensare a Simone Bolelli, originario di Budrio, che ora fa parte della squadra. Insomma, le Finals sono un premio giustissimo e il cambiamento nella formula genererà grande appeal». Le prospettive di Bologna come città del tennis sono quindi luminose ma, per poterle sfruttare appieno, bisogna risolvere qualche chiaroscuro.

 

Il servizio è tratto dal "Quindici" n.1 del 9 aprile 2025