Infrastrutture

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«Il solito silenzio, purtroppo. Ma noi andremo avanti». Così il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, sulla lettera inviata nei giorni scorsi a Matteo Salvini. L’obiettivo della corrispondenza era quello di sollecitare il ministro delle Infrastrutture a un intervento immediato sull’asse Autostrada-Tangenziale, sul nodo del Passante di Mezzo. «Le richieste che ho scritto nella mia lettera sono sotto gli occhi di tutti – ha detto – anche alla luce dei recenti smottamenti e incidenti che si sono verificati. Mi auguro davvero che le istituzioni di questo Paese rispondano al più presto altrimenti dovremo passare alle vie legali».
La lettera dal sindaco a Salvini e ad Autostrade per l’Italia è stata inviata in seguito al tragico incedente avvenuto all’alba del 10 aprile sul Passante bolognese. La morte di Francesco D’Alò, 60 anni, è stato l’episodio che ha riacceso l’attenzione pubblica e politica sulla fragilità dell’infrastruttura e sulla lentezza dei lavori. «Non possiamo più permetterci di aspettare, mancano le corsie di emergenza e anche chi va a lavorare lungo il tratto bolognese, come dimostra l’incidente di questa mattina, non è in sicurezza», aveva scritto Lepore nella missiva.
«L'Autostrada e la Tangenziale di Bologna hanno bisogno di interventi seri di manutenzione strutturale», dichiara il primo cittadino. Il Passante di Mezzo rappresenta una delle infrastrutture considerate più importanti non solo per Bologna, ma per tutto il Paese. Con un investimento di 1,5 miliardi di euro all’inizio dei lavori nel 2023, i cantieri dovevano terminare entro 57 mesi, per un percorso di circa 13 chilometri.
Non concludere l’opera, secondo le istituzioni, significherebbe esporre il territorio a rischi sempre più gravi, dal punto di vista della sicurezza stradale, dell’inquinamento e della sostenibilità dei flussi logistici. Nell’attesa di una risposta da Salvini però, i costi di realizzazione del progetto crescono: l'aumento dei prezzi delle materie prime e altri fattori hanno contribuito al raddoppio della cifra necessaria, che ad oggi equivale a circa tre miliardi di euro.