Ambiente

Foto di Andrea Scordino
Saper raccontare i dati e le informazioni sono alcune delle responsabilità più importanti che abbiamo rispetto al cambiamento climatico. Con questi obiettivi nasce la prima edizione del Po River Blue Festival, un evento di due giorni tra Bologna e Ravenna, presentato questa mattina al Complesso San Giovanni in Monte, che si inserisce nel più grande progetto Life Climax Po (da 18 milioni di euro, coordinato dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po e co-finanziato dalla regione Emilia-Romagna e dall’Unione Europea) il cui scopo è quello di promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione intelligente delle risorse idriche.
Si inizia il 16 Maggio a Bologna con la prima giornata del Festival, ricca di appuntamenti e incontri per confrontarsi e approfondire sul tema. Il primo appuntamento è un dialogo costruttivo tra Giulio Boccaletti, direttore scientifico di Fondazione CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), Elisabetta Tola, giornalista scientifica e Irene Priolo, Assessora all’Ambiente della Regione Emilia-Romagna. In scaletta poi, una serie di attività tra cui "Barcamenarsi": una sessione di trekking urbano tematico dedicato alle vie d’acqua Bolognesi e la visita al museo civico del patrimonio industriale di Bologna.
Il 17 Maggio si continua a Ravenna con EcoPromenade, “A Spasso coi sensi – tracce Blu”: una serie di passeggiate esperienziali nella Pineta di San Vitale con attività di sensibilizzazione e coinvolgimento. Al Lido Almagià si terrà l’Atelier: “In-Formare L’Adattamento” degli studenti del corso di Advanced Design dell’Università di Bologna. Per i più piccoli è previsto uno spettacolo di Burattini “l’opera di Pulcinella”; e poi spazio alla musica con le performances “Sbarchi” della pianista Mariangela Marino. Si conclude la giornata alla sala Congressi dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico con la proiezione di “Paese ci vuole – Zavattini, Luzzara e il Po” un film di francesco Conversano e Nene Grignaffini.
L’evento è stato realizzato grazie al coordinamento scientifico dell’Università di Bologna, diretto dalla dottoressa Silvana Di Sabatino, coordinatrice del gruppo dei ricercatori Unibo del dipartimento di fisica e architettura. «Il cambiamento climatico deve mettere in campo conoscenze multidisciplinari, per questo motivo occorre capire come il territorio Emilia-Romagna può resistere ed essere meno impattato dal cambiamento climatico», dice Di Sabatino. Secondo Francesco Tornatore, responsabile autorità di Bacino distrettuale del Po, la pianura Padana resta sotto la lente d’ingrandimento, dato che il distretto del fiume Po «è più sensibile al cambiamento climatico». Non a caso le alluvioni del 2023 e del 2024 hanno sottolineato la necessità di intervenire in un’area a rischio.