Giornalismo

La redazione di InCronaca (Foto di Paolo Pontivi)
I neon della redazione sono accesi, le dita frenetiche che battono sulle tastiere dei computer sono il sottofondo ideale per immergersi in un’atmosfera che ancora sa di carta, di inchiostro e di parole. Non ci saranno le rotative, è vero, non ci saranno i torchi o le macchine pianocilindriche. È tutto vero, non c’è niente di tutto questo. Ma poco importa.
Oggi, il quotidiano InCronaca riprende le sue attività per il biennio 2024-2026, dopo la pausa iniziata lo scorso 26 settembre 2024, al termine del biennio precedente. Gli aspiranti giornalisti professionisti, allievi del biennio 2024-2026 del Master in Giornalismo dell’Università di Bologna, hanno tutto l’entusiasmo e la passione necessari per contribuire alla battaglia contro la crisi dell’informazione, immaginando un futuro dove l’arte di raccontare i fatti riacquisirà la sua centralità nella considerazione dell’opinione pubblica e della politica globale. Tutto questo, non solo sulla carta.
Un futuro che riesca a coniugare la digitalizzazione e la diffusione massiva di immagini di qualunque tipo con la precisione e la ricerca capillare e attenta di ciò che merita di essere analizzato, spiegato e poi diffuso.
La redazione di questo biennio è un micromondo di persone, di personalità, di caratteri, di attitudini e di capacità che si integrano a vicenda, in un incastro a volte perfetto. Altre volte un incastro che stimola alla critica, allo scontro produttivo di opinioni e di visioni della realtà che ci circonda.
Un dialogo fertile e una rappresentatività pressoché totale di tutte le aree geografiche del nostro Paese. Il rugbista cultore dei reportage e della cronaca nera, gli amanti del calcio, l’enciclopedia vivente dell’editoria nazionale e non solo, il grafomane, l’analizzatore forsennato di dati, numeri e grafici, l’appassionata di inchieste. Chi sogna di condurre un telegiornale, chi di lavorare in radio, chi ancora spera che la carta non finisca nel dimenticatoio degli oggetti di antiquariato.

La redazione del Quindici (Foto di Paolo Pontivi)
Chi ancora crede nella forza indistruttibile delle parole sussurrate, spesso semplicemente dette, quando occorre urlate. Chi ancora crede in un impegno che coinvolge l’essenza più profonda della vita e che ti accompagna in tutte le ore della giornata. Un mestiere che non rimane chiuso tra le quattro mura di una stanza, che non puoi lasciarti alle spalle quando spegni il computer e giri la chiave della porta della redazione. Un mestiere, quello del giornalista, che ti porti dietro ovunque tu vada, che ti segue quando torni a casa, quando ti lavi il viso prima di andare a dormire, quando ti regali del tempo da trascorrere con le persone che ami. Un mestiere fatto di abnegazione, di sacrifici, di scelte.
Un mestiere che noi, semplici allievi, speriamo un giorno di imparare.
Fieri di poter ricordare di essere stati tra queste scrivanie, con le nostre ambizioni, magari anche con le nostre illusioni. Sempre con la nostra speranza e con l’orgoglio di essere utili, di sentirci parte di un universo in continuo cambiamento. Eppure bellissimo.
Buona lettura