White Night

L'appuntamento con "Voglio essere l'ultima" è sabato 3 febbraio, nell'aula magna dell'Accademia delle Belle Arti, dalle 21 in poi. Per raccontare il progetto abbiamo intervistato Anna Maria Bentini, vicedirettrice e docente di storia dell'arte e coordinatrice del progetto Erasmus.

"Voglio essere l'ultima, voci contro la Violenza" è organizzato dall'Accademia delle Belle Arti, di cosa si tratterà?

«L'evento si svolgerà sabato sera in aula magna all'interno della White night di Art City. Si potrà assistere allo spettacolo in tre diverse fasce orarie, alle 21, 22 e 23. Si tratta di un evento scenico dedicato alla lettura e all'interpretazione di alcune storie tratte dal libro "Ferite a morte" di Serena Dandini, che rappresenta il nucleo del progetto. Le storie verranno interpretate sia da personalità note a Bologna che da studenti, studentesse e dal corpo docente».

Da dove nasce l'idea di organizzare questo evento?

«Abbiamo pensato che, all'interno del meraviglioso programma di Art City, tutto quello che accade nel mondo - dalle guerre alle violenze ai femminicidi - non potesse rimanere fuori dal nostro sguardo. Già lo scorso anno, sempre in questo contesto, avevamo dedicato un evento performativo all'Iran, a partire dalla proposta delle studentesse iraniane. Organizzammo l'evento sempre in collaborazione con Gianluca Costantini che realizzò dei disegni dedicati ai giovani iraniani uccisi e giustiziati. Quest'anno abbiamo percorso un po' la stessa riflessione: apriamo le porte dell'Accademia per fare una riflessione su questi grandi temi etici centrali nella nostra contemporaneità. Quindi "voglio essere l'ultima" rappresenta una risposta al grande movimento di cortei, voci e rumore nato a partire dall' appello di Elena Cecchettin. Un po' di rumore abbiamo voluto farlo anche noi, con il linguaggio dell'arte, perché come dicevo ci sarà una piccola azione drammaturgica».

Come mai avete scelto "Ferite a morte" di Dandini?

«Lei in questo libro inventa delle storie in cui le donne uccise parlano in prima persona, recuperando quel protagonismo di cui sono state private. L'elemento interessante è che, pur essendo storie immaginarie, quando si leggono o si ascoltano, sembrano davvero reali perché contengono degli elementi che sentiamo in continuazione nei casi di cronaca così frequenti. Ci sarà anche un regalo particolare di Alessandro Bergonzoni che ha scritto un testo originale con cui aprirà lo spettacolo delle 21; mentre Gianluca Costantini ci ha donato l'immagine guida di questo progetto e a ogni persona sarà data una cartolina per avere un ricordo della serata. È quindi un modo per coinvolgere e sensibilizzare studenti e studentesse ma anche le persone che frequentano il mondo dell'arte a un tema per noi molto importante».

Le studentesse hanno partecipato attivamente alla realizzazione dell'evento?

«Assolutamente sì. L'idea dell'evento è partita dalla direttrice, e dal team molto femminile che l'accompagna, ma in strettissima collaborazione con la consulta studentesca composta in gran parte dalle ragazze, che sono le più impegnate. Devo dire che in questo momento nella nostra istituzione la presenza femminile è estremamente vitale per quanto riguarda l'idea di cambiare e innovarsi; per esempio, ad andare in Erasmus sono molte più ragazze che ragazzi, gli studenti sono solo il 10%. Credo che sia importante parlare anche di questo aspetto perché il protagonismo femminile nella scuola, e anche in tutti gli ambiti lavorativi, è un dato di fatto. Il problema è quello che accade: le voci silenziate, la disparità o la soppressione. Ed è proprio in questo senso che occorre fare rumore, per ricordare che siamo qui, siamo presenti in tutti gli ambiti».

Eppure, a partire da Costantini e Bergonzoni, l'evento coinvolgerà anche tanti uomini

«Sì, perché crediamo che anche la loro presenza sia fondamentale. Nella fase di progettazione ci siamo chieste se chiamare solo donne e abbiamo deciso che fosse giusto coinvolgere anche gli uomini e devo ammettere che c'è stata una grande partecipazione. Il femminismo non è una necessità delle donne ma qualcosa che tutti e tutte insieme dovremmo costruire. Per esempio, Gianluca Costantini, ogni volta che una donna viene uccisa, realizza un disegno per testimoniare quello che accade, per evitare che spariva il ricordo».

E chi saranno le personalità bolognesi che hanno scelto di aderire?

«Ci sarà Elena di Gioia, la delegata comunale alla cultura; la vicesindaca Emily Clancy; Patrizia Mondin di Er.go, che ha condiviso e condividerà la ragione personale per cui ha scelto di aderire. Infatti, nel 2021 Emma Pezzemo, una studentessa della residenza Universitaria Galvani, è stata uccisa e con questo reading voleva ricordare un episodio che l'aveva particolarmente segnata e coinvolta. Poi ancora Milena Pillati che è sia una docente Unibo che membro del consiglio regionale. Parteciperà ovviamente Porpora Marcasciano, che fa parte del consiglio ragionare e tra le figure maschili ci saranno: Daniele del Pozzo dell'associazione "Gender Bender", Lorenzo Balbi, direttore del Mambo e il consigliere comunale Mattia Santori».

 

Foto concessa dall'ufficio stampa