Bologna 30

Matteo Salvini e Matteo Lepore

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha inviato una direttiva ai ministeri e all’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) che boccia il piano di mobilità ‘Bologna Città 30’, ideato e promosso dal sindaco Matteo Lepore. Il leader della Lega sostiene che l’abbassamento generalizzato di velocità, entrato a pieno regime in città il 16 gennaio, «non sia coerente con le indicazioni del codice della strada e potrebbe causare più problemi che benefici» e spiega che la direttiva «si pone l’obbiettivo di chiarire alcuni passaggi ai Comuni» che potrebbero voler seguire l’esempio bolognese. 

 

Salvini, coinvolto appunto da alcuni giorni in una diatriba con il sindaco Lepore, nel documento fa riferimento agli articoli 6 e 7 del codice della strada che trattano la regolamentazione della circolazione stradale interna e esterna ai centri abitati. Secondo quanto scritto dal Mit, una deroga ai 50 chilometri orari previsti, sia abbassando che alzando il limite, è possibile solo su particolari tratti circoscritti di tracciato stradale e in ogni caso al Comune spetta l’onere di motivare al ministero la scelta. Nella penisola la deroga difatti viene solitamente concessa alle strade su cui sono presenti le scuole, gli ospedali e le fabbriche, oppure in casi di peculiari caratteristiche del contesto urbano (presenza di immobili storici e di preminente interesse artistico). 

 

Per Salvini l’attuale estensione di Bologna 30, che secondo il Comune si aggira al 70 per centro delle strade urbane, rappresenta dunque una scelta che non dovrebbe coinvolgere l’intero tessuto urbano, poiché bisogna tutelare contemporaneamente «il diritto alla mobilità e alla libera circolazione dei cittadini e le ineludibili esigenze di promozione della sicurezza della circolazione». In altri termini: sì a strade a velocità ridotta nei luoghi frequentati da bambini, anziani, fragili e lavoratori; no a una estensione senza distinzioni, che risulta in tal modo «arbitraria» e potrebbe portare a intralci della circolazione, con conseguenti code e rallentamenti che potrebbero portare a maggiori emissioni inquinanti.

 

Nell'immagine: Matteo Salvini e Matteo Lepore.

Foto: Ansa.