l'intervista

 «Legge sul "fine vita"? Nel Pd sensibilità diverse. Io sono favorevole a una legge che tuteli la dignità delle persone». Lo dice la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Emma Petitti, in visita al master in giornalismo dell’università di Bologna per spiegare il sostegno dell'istituzione che guida al corso che forma «i giornalisti del futuro», che si concretizza anche nelle borse di studio a tre allievi del corso. «Sostenere l’informazione corretta e verificata oggi è un obbligo per difendersi dalle fake news, ma anche per preservare l’elemento democratico della libertà di espressione. Mi preoccupa quando la politica interferisce con il giornalismo, per questo critico duramente l’imbarazzante attacco che la premier ha riservato a "la Repubblica". I giornali dovrebbero essere liberi di esprimersi e anche fare satira», commenta Petitti alla redazione di InCronaca. Parlando della necessità di investimento nell’informazione per tutelarne l’autonomia, Petitti fa riferimento alla situazione problematica che stanno affrontando i lavoratori dell'agenzia di stampa Dire. «Proprio ieri abbiamo votato all’unanimità una risoluzione a favore dell’agenzia, che è molto radicata sul territorio emiliano, e non solo. Vogliamo dare sostegno ai 17 licenziati e sollecitare una risposta dal Governo, perché i diritti dei lavoratori vengono prima di tutto». La presidente, oltre a dare la sua opinione sul tema della libertà di stampa (che, secondo lei, «negli ultimi tempi ha fortemente risentito delle guerre che silenziano la voce dei giornalisti»), si è espressa anche su altre questioni politiche.

 

Dopo la bocciatura del Veneto, l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna sta portando avanti la proposta di iniziativa popolare sul “fine vita”?

«Ci sono sensibilità diverse all’interno del Pd, se lo chiedete a me io sono a favore dell’approvazione di una legge sul fine vita, perché riguarda la dignità di una persona. Non abbiamo abbandonato la questione, ma le opinioni sono differenti all’interno del centrosinistra e vanno rispettate. Intanto, c’è una sentenza della Corte Costituzionale che vincola i percorsi legislativi regionali e noi continuiamo a fare le nostre valutazioni».

 

È stato giusto revocare alla consigliera regionale Pd Anna Maria Bigon la sua carica di vice segretaria del Pd di Verona la dopo la sua astensione sulla legge?

«No, io l’avrei evitato».

 

Parlando di Europee, sarebbe favorevole alla candidatura della segretaria del Pd?

 «Perché no? Penso potrebbe essere opportuno per Schlein candidarsi, soprattutto all’interno di un panorama molto polarizzato che il sistema proporzionale contribuisce a costituire. Con Meloni che traina il centrodestra, l’alternativa Schlein potrebbe rappresentare al meglio il Pd alle Europee. È vero che la sua candidatura, per la regola che vuole un candidato donna e un candidato uomo, potrebbe costare una presenza femminile minore, a cui io comunque terrei molto. Se riuscisse a dar vita al giusto coinvolgimento dei territori, però, direi che la sua candidatura risulterebbe quasi naturale».

 

Per quanto riguarda il terzo mandato?

 «Ho la sensazione che il tema delle Regionali e del terzo mandato, in quanto riguardano direttamente l’Emilia-Romagna, rischino di monopolizzare il discorso sulla politica. Secondo me, invece, da qui a giugno – in vista delle Europee – bisogna concentrarsi sugli appuntamenti fondamentali che si presentano giorno per giorno. Il dibattito sulla eventuale permanenza del presidente Bonaccini è ancora in corso, sebbene in molti sosterrebbero la sua candidatura alle Europee e lo vedrebbero bene a rappresentare i nostri interessi a livello internazionale».

 

Cosa pensa, invece, dell’autonomia differenziata?

«Per come si articola la proposta di Calderoli questa autonomia non ci piace, la contrastiamo come Regione e come gruppo politico in Parlamento. A differenza del regionalismo differenziato su cui ragionavamo quando ero assessora di Bonaccini, l’autonomia proposta dal Governo finisce per smantellare il Paese sui grandi temi della sanità della scuola e dell’organizzazione dei servizi. La conseguenza, depotenziando le regioni più fragili, è che ci troveremo di fronte a un’Italia di serie A e una – quella del sud – di serie B».

 

 

 

Sopra la presidente dell'Assemblea legislativa regionale Emma Petitti. Foto di Chiara Putignano. Sotto i praticanti Eugenio Alzetta, Emma Petitti, Gustavo Zandonella Necca che, con Lorenzo Trisolini, hanno avuto una borsa di studio dell'Assemblea regionale. Foto di Ludovica Brognoli.