lutto

Bologna piange lo storico e professore Alberto De Bernardi, morto dopo una lunga malattia. 

In città era principalmente conosciuto per i ruoli che ha ricoperto all’interno dell’Ateneo. È stato professore, prima a Torino e poi a Bologna, di Storia contemporanea e direttore dal 2003 al 2009 del Dipartimento di Discipline storiche. A lui si deve la fusione che ha portato all’attuale Dipartimento di Storia Culture Civiltà – Disci - dell'Alma Mater.

 

Ma vasta è stata anche la sua produzione, dai manuali per le scuole ai saggi di approfondimento sui più svariati temi storici: il fascismo e l’antifascismo, le vicende dell’Italia unita, il Sessantotto.

La sua presenza fu fondamentale anche nella rete degli Istituti per la storia del movimento di Liberazione e per sei anni, dal 2012 al 2018, era stato vicepresidente dell’Istituto Parri.

Tra le varie cariche che ha ricoperto, fu anche direttore editoriale della Bruno Mondadori e presidente di Refat, Rete internazionale per la studio del fascismo, autoritarismo, totalitarismo e transizioni verso la democrazia. Sono in tanti, tra colleghi e allievi, a ricordare il suo valore. 

 

«L’ho visto per l’ultima volta l’11 settembre – racconta il professore e collega Fulvio Cammarano –. Era un amico con cui ho collaborato in tante occasioni. Uno storico di grande valore che si è occupato di molti temi ma era soprattutto un intellettuale, che si contraddistingueva per la sua vivacità e la sua intelligenza operativa nel fare le cose e nel pensarle. Il vuoto che lascia è grande, proprio per la sua capacità di pensare i problemi e di progettarne le soluzioni».

 

«I suoi interessi di ricerca nascevano proprio dalla sua gioia di vivere – lo ricorda così Matteo Pasetti, suo allievo e oggi professore di Storia contemporanea –. Era un collante tra persone, capace di creare reti di contatti e gruppi di ricerca con i suoi stessi valori».

 

 

 

Foto: Unibo