partito democratico
«Matteo Lepore vuole fare l’allenatore, il Ct della nostra regione. Lui, insieme alla segretaria Pd di Bologna, Federica Mazzoni, stanno componendo la squadra, schierando in campo la formazione: una squadra in cui, a prescindere dai talenti, entrerà solo chi piace a loro». Queste le parole di Giampiero Veronesi, sindaco uscente di Anzola dell’Emilia e membro della lista civica Abc (Anzola bene comune, sostenuta dal centro-sinistra), sul tema delle “Primarie negate”. «Un’operazione aberrante, una scelta vergognosa – come la definisce il primo cittadino – un vero e proprio effetto domino». E infatti, dopo quanto successo a Casalecchio di Reno – in cui il ‘no’ alle Primarie e la candidatura unica di Matteo Ruggeri hanno provocato una frattura profonda all’interno del Pd – il fenomeno sembra aver fatto “tendenza”, dilagando anche in altri comuni dell’area metropolitana. Oltre a Pianoro e Anzola dell’Emilia, è delle ultime ore la notizia della candidatura di Marilena Pillati (già vice sindaca a Bologna e poi consigliera regionale Pd) a sindaco di San Lazzaro, votata all’unanimità dal Pd, anche se «non verranno svolte Primarie». E, secondo Veronesi, il motivo è chiaro. «Hanno fatto quest’operazione affinché, all’interno delle amministrazioni comunali, vi fossero solo persone legate al Pd – dice – per avere un controllo totale sul territorio, decidendo di candidare solo chi piace a loro. Scandaloso». Ancor più scandaloso, dice il sindaco, è il comportamento di Elly Schlein. «Tutto è partito con una sua scelta – e spiega – è stata lei la prima a essere eletta proprio grazie alle Primarie. E ora che fa? Decide di sbaragliarle, impedendo così a molti altri di prender parte alla competizione. Pura ipocrisia».
A pensarla allo stesso modo sono anche i liberali di Azione, i quali – insieme alle liste di +Europa, M5S, Verdi, Futuro Oggi, Noi Cittadini, SI e Volt – hanno firmato una nota congiunta proprio per «dire no alle candidature calate dall’alto». «Il Pd è un partito troppo debole – afferma Paolo Zanca, commissario provinciale Azione Modena – il suo gruppo dirigente ha ben poca capacità di sintesi». «Si pensi a quanto successo a Casalecchio di Reno – spiega con un esempio – hanno negato le Primarie e Saverio Vecchia, sfidante dell’ormai unico candidato Ruggeri, ha deciso di uscire dal partito. Questo è sintomatico di una forte debolezza interna, ormai strutturale». Una debolezza che, dice Zanca, non si limita all’area metropolitana di Bologna. «Anche a Modena, su trentadue comuni che andranno al voto, solo in uno faranno le Primarie – spiega – e credo che succederà lo stesso anche a Reggio Emilia. In ogni caso, tutti sanno che quanto accaduto a San Lazzaro e a Casalecchio è opera di Lepore e, quindi, della linea Schlein». «Creare una frattura in un percorso di coalizione non è mai positivo – concorda anche Danny Labriola, co-portavoce bolognese Europa Verde – a San Lazzaro il confronto stava dando buoni frutti e le Primarie potevano essere l'occasione per una scelta che fosse realmente pensata, basata sui programmi e capace di coinvolgere tutta la comunità». Ma il problema, secondo Labriola, sarebbe anche un altro. «Non metto in discussione il valore di Pillati, ma credo che una candidatura promossa dall'alto e le polemiche quotidiane sui giornali finiranno per accrescere la disaffezione degli elettori – dice – non possiamo permetterci di alimentare l'astensionismo con una politica autoreferenziale. E lo stesso discorso vale per Casalecchio».
Insomma, una situazione caotica, diffusa e dalla trama sempre più ingarbugliata.
Ma ora l’interrogativo sorge spontaneo... In questo (strano) “campionato politico” riuscirà «mister Lepore», il commissario tecnico dell'area metropolitana, ad aggiudicarsi un posto in panchina o finirà per essere esonerato?
In copertina: Giampiero Veronesi, sindaco di Anzola dell'Emilia
Foto concessa dall'intervistato