partecipazione popolare

Se da un lato la giunta Lepore sostiene l’importanza di Città 30, dall’altro le opposizioni premono per il referendum. Lunedì a Palazzo d’Accursio è stata inaugurata la fase di costituzione del comitato promotore, un obiettivo che sta impegnando le principali forze di opposizione.

L’aspetto su cui si sta insistendo maggiormente è il coinvolgimento di tutta la cittadinanza, a prescindere dal pensiero politico di ciascuno. Lo dichiara il coordinatore cittadino di Forza Italia, Lanfranco Massari: «La costruzione del comitato è un invito a partecipare rivolto non solo alle forze politiche, ma anche e soprattutto alla società civile, alle imprese e a tutti coloro che fanno parte della comunità». L’invito è esteso anche a sinistra. «Ci auguriamo che tutti coloro che non condividono questa delibera partecipino. Anche le forze politiche di sinistra che sono contrarie a Città 30 sono ben accette», aggiunge Massari.

«Si tratta solo di buonsenso. – continua Massari – Se si parla di più sicurezza stradale e meno inquinamento, tutti noi siamo d’accordo. In molte strade della città esiste già il limite dei 30 chilometri e questa è certamente una misura che tutela i cittadini, ma occorre distinguere le zone dove effettivamente bisogna applicarla. Città 30 è un tema sul quale non sono stati interpellati neanche i consigli di quartiere. Io poi vorrei ricordare che già un anno fa, quando ero coordinatore di Tim.Bo, avevo ottenuto dal sindaco Lepore l’impegno di istituire un tavolo tecnico per progettare Città 30, ma la promessa non è mai stata mantenuta. Alla fine l’obiettivo dichiarato della giunta Lepore è scoraggiare l’uso del mezzo privato, il che è un problema perché non tutti i bolognesi possono permettersi di muoversi a piedi, in bici o solo con i mezzi pubblici».

Le posizioni di Forza Italia sono condivise anche dalla Lega. Matteo Di Benedetto, capogruppo leghista in Consiglio comunale, mette in risalto l’importanza della partecipazione popolare e, in particolare, il valore politico del referendum.

«La domanda che vorrei fare al sindaco Lepore è se, in caso di bocciatura di Città 30 al referendum, accoglierà o no l’esito della votazione», afferma.

La strada verso il referendum è diventata l’ultima soluzione possibile: «Prima di proporre il referendum, abbiamo suggerito di fare una distinzione delle zone che più necessitano del limite dei 30, così come abbiamo proposto di considerare ogni singola strada, ma non c’è stato niente da fare», aggiunge Di Benedetto.

Il malumore che sta emergendo in questi giorni potrebbe anche diventare in futuro un tema centrale per le prossime elezioni comunali che si terranno nel 2026.

«Secondo me, sono almeno tre i punti da considerare in senso politico – fa notare il politico leghista – Il primo è il fatto che stiamo parlando di una misura fortemente contestata. Il secondo è il fatto che questa misura è frutto di un’imposizione, per cui non c’è stata partecipazione popolare. L’ultimo è l’eventuale rifiuto del sindaco di non accogliere la bocciatura di Città 30, nel caso vinca il no». 

A dare un contributo alla preparazione del referendum e alla formulazione del quesito è anche Fratelli d'Italia che fa sapere di «aver creato un form di adesione rivolto a tutti gli avvocati bolognesi, soprattutto per la raccolta e l'autenticazione delle firme». 

Come spiega, infine, Massari «l’auspicio è che questa fase di malcontento dia la possibilità all’amministrazione di rivedere le proprie scelte». 

 

Nell'immagine, il coordinatore cittadino di Forza Italia Lanfranco Massari. Foto concessa da Massari