scuole besta

La scorsa notte, al parco Don Bosco occupato dal comitato Besta, è successo un fatto che se confermato potrebbe portare a varie conseguenze, gravi su più fronti: un attivista del parco è stato fermato e ammanettato dai carabinieri che, per farlo, secondo il racconto dell'"Osservatoriorepressione.info", lo avrebbero malmenato e utilizzato anche taser e spray al peperoncino. I carabinieri dal canto loro affermano di essere intervenuti dopo una chiamata che li informava che il 19enne, insieme a due complici, stesse rubando materiali edili dal vicino cantiere del tram. Durante il rocambolesco arresto tre militari sarebbero rimasti feriti. Il ragazzo è stato processato per direttissima nella giornata di oggi.

 

Lepore, Pd e Coalizione civica invitano a porre fine alla violenza

Le reazioni della politica sulla vicenda non si fanno attendere. «Fare chiarezza immediatamente su quanto è successo questa notte nel parco Don Bosco nel cantiere delle scuole Besta ai danni di un manifestante. Circolano ricostruzioni gravi che se confermate sarebbero inaccettabili. Mi aspetto si faccia chiarezza». Commenta così il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che cerca di mediare: «Da cantiere per la realizzazione di una scuola, il parco Don Bosco si è trasformato in un teatro di scontro che Bologna non merita. Invito tutti a riflettere e a fare un passo verso il dialogo per trovare una soluzione ed evitare ulteriori tensioni. Io farò la mia parte».

Anche il Pd cittadino non esita a far sentire la propria voce. La segretaria del Pd di Bologna, Federica Mazzoni, e il segretario cittadino dei dem, Enrico Di Stasi, in una nota congiunta dicono che «il Partito democratico di Bologna richiama alla piena responsabilità tutti i soggetti interessati, condannando fermamente ogni atto di violenza e nella consapevolezza che l'episodio della scorsa notte si inserisce in un clima di violenza e tensione ormai insostenibile. Invochiamo quanto prima una riapertura del dialogo tra amministrazione e i comitati». Coalizione civica affida a un post su Facebook il commento sulla vicenda, che «deve scuotere le coscienze di tutto il tessuto democratico della città». «A Bologna, e ovunque, nessun abuso di potere può essere tollerato e bisogna smetterla di alimentare questa spirale di violenza - riflette il partito nella maggioranza del Consiglio comunale - I metodi puramente muscolari non hanno mai portato a nulla di buono. Chi soffia su questo vento non lo farà mai a nostro nome e nessun conflitto, anche il più duro potrà mai giustificare quello che è accaduto».

 

Le accuse di Potere al Popolo e Verdi

La parole più forti sull’accaduto sono di Potere al Popolo, che tramite un comunicato afferma: «Dal sindaco Lepore al ministro Piantedosi, al questore Sbordone tutti sostengono l'uso della violenza per risolvere la questione del parco Don Bosco. Non più tardi di ieri dicevamo che, se si voleva riaprire un dialogo, la prima cosa da fare era garantire che non ci sarebbero state altre prove muscolari attorno al Parco. La risposta si è vista questa notte, evidentemente una volta messa in moto la macchina della repressione non si può fermare e comincia a usare anche strumenti come il taser». Danny Labriola e Valentina Marassi, co-portavoce di Europa Verde-Verdi Bologna, affermano: «Un'amministrazione che non vuole proteggere gli alberi sappia almeno proteggere i suoi cittadini da abusi di potere inaccettabili per Bologna e per un Paese democratico». E accusano: «Ieri è arrivato l'invito a dissociarsi dai violenti, oggi sappiamo chi pratica violenza vera e gratuita. Assistere a un feroce pestaggio di un adolescente non deve farci riflettere, ma vergognare».

 

Solidarietà alle forze dell'ordine da destra

«La più sincera solidarietà ai militari dell'Arma rimasti feriti la notte scorsa nel corso del loro servizio di presidio e difesa del territorio» arriva da Matteo Rancancapogruppo in Regione Emilia-Romagna e segretario della Lega Emilia. Il Carroccio condanna «con fermezza ogni atto di violenza e ribadiamo il nostro impegno per il pieno ripristino della legalità: in relazione agli incidenti avvenuti nel parco Don Bosco di Bologna, è imperativo chiarire che non esiste spazio per ambiguità». Rancan invita il sindaco Lepore a rendere conto «alla comunità locale del motivo per cui erano presenti delle persone all'interno del cantiere senza cercare di allontanare la palla. Lepore deve preoccuparsi del perché ci sia stata la necessità di un intervento dei carabinieri, non dell'azione dei carabinieri». Anche il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Galeazzo Bignami (FdI), ringrazia ed esprime vicinanza all'Arma, ricordando che l'intervento è avvenuto «rispondendo alla chiamata di cittadini» e per «tutelare i cantieri del Comune guidato proprio da quel Matteo Lepore che oggi formula allusioni e illazioni inaccettabili». Sottolinea, inoltre, che «è estremamente grave ed è altrettanto inquietante che qualcuno, anche con ruoli istituzionali, getti ombre sul loro operato e benzina sul fuoco, generando sospetti sulla professionalità delle forze dell'ordine». 

 

Un cartella di protesta al parco Don Bosco. Foto Dire