Arte
Unire la cultura orientale con quella occidentale. Questo è il tratto distintivo di Jingge Dong: giovane artista cinese che, grazie alla galleria bolognese Ariete, ha potuto esporre tre sue opere a Artefiera 2024 - l’evento cittadino che tra l’1 e il 4 febbraio ospiterà oltre 200 espositori nazionali e non. 1974-2024. Cinquant’anni, ma Artefiera non accenna a invecchiare. Girando per i padiglioni si possono osservare, infatti, dipinti, installazioni, sculture e fotografie, dai colori e dalle composizioni più varie che trattano temi contemporanei come la bomba atomica o la mercificazione dei corpi. E diverse sono anche le età degli artisti così come la loro provenienza. Milano, Torino, Trieste, Palermo, Ferrara, Modena, Venezia e Bologna. Sono alcune delle città italiane che compaiono sui cartellini identificativi di ogni padiglione. E le ultime due si intrecciano alla biografia dell’artista. Infatti è la Serenissima che l’ha accolto durante il periodo degli studi all’Accademia di Belle Arti, ed è a Bologna che ha trovato lo spazio per mostrare le proprie creazioni, alla Galleria Ariete – in questi giorni padiglione al B62, nella Hall 25. È qui che si possono osservare le sue tele. Una accanto all’altra, ma è quella centrale, il paesaggio lunare rappresentato, che cattura lo spettatore. Una, due, tre, quattro lune. E in un attimo viene cancellata una delle poche certezze della vita quella che sole e luna siano unici. Sono sfere e su una di queste a destra, sdraiata, fluttua una figura femminile. Rappresenta Chang E, dea della luna, che secondo una leggenda, dopo aver bevuto un farmaco celestiale, diventò così leggera da librarsi in aria fino a raggiungere la luna, o una di queste. Per l’autore è lei a incarnare la tradizione dell’arte figurativa cinese, astratta. A sinistra invece è raffigurato un coniglio all’interno di un cerchio - una delle quattro lune. Sta immobile sulle zampe posteriori con le orecchie dritte. Lui simboleggia la vita concreta e materiale tipica dell’arte occidentale. Ovest ed Est su uno stesso piano, ciascuno con le proprie specificità. Lo vediamo?
Nell'immagine il quadro senza titolo di Jingge Dong. Foto di Alessia Sironi