La Bella e la Bestia

Dopo il successo degli spettacoli "Maleficent" e "La Bella Addormentata nel Bosco" – con oltre cinquanta date in Italia – la Compagnia Neverland torna in scena, sul palco del Teatro Celebrazioni, con una nuova favola, una versione inedita e originale de La Bella e la Bestia. «Quella di Bologna, sabato 13 aprile, sarà la quarantasettesima replica, l’ultima della stagione 2023/2024. Lo spettacolo, visto da più di ventimila persone in tutt’Italia, ha avuto una grande riuscita e sicuramente lo riproporremo anche il prossimo anno». A parlare alla redazione di InCronaca è Cosimo Greco, responsabile di produzione teatrale della compagnia e marito di Simona Paterniani, regista del musical. È lei che ha riscritto la storia, dandole uno sviluppo del tutto nuovo e arricchendola con personaggi divertenti e stravaganti. Ma andiamo a scoprirne di più…


"La Bella e la Bestia, una rosa per una vita". È così che avete scelto d’intitolare il vostro musical. Perché?
«Abbiamo voluto porre l’accento sull’elemento della rosa, che è il filo conduttore dello spettacolo. Riveste un ruolo molto importante per la sua trama, rappresenta tante cose ed è spesso ripresa sia nelle scene che nelle musiche. Ma è assai diversa dal fiore della favola Disney…».

È l’unica cosa a essere diversa o ce ne sono anche altre?
«Assolutamente non l’unica, anzi. Il nostro è un musical inedito, una storia originale, slegata quasi del tutto dal classico della Walt Disney. La trama è opera della regista Simona Paterniani che l’ha riscritta e riadattata, dandole una forma totalmente differente. E anche le musiche, composte appositamente da Giov Lor e Stefania Paterniani (sorella di Simona), sono nuove e autentiche».

Come mai vi siete voluti distaccare così tanto dal cartone?
«La favola de "La Bella e la Bestia" è diventata famosa grazie all’animazione Disney, ma in realtà la storia vera è stata scritta tanto tempo fa, nel 1756, da Jeanne-Marie Leprince De Beaumont. Noi ci siamo voluti rifare a questa versione, quella originale, e la stessa cosa l’abbiamo fatta anche in tutti gli altri nostri spettacoli». 

Quali?
«"La Sirenetta", con la quale debutteremo il prossimo 20 aprile, e "La Bella Addormentata nel bosco". Fiabe che, sebbene nell’immaginario collettivo vengano ricondotte ai cartoni, hanno in realtà un’origine ben più antica. La versione originale de "La Sirenetta" è stata infatti scritta da Hans Christian Andersen, mentre "La Bella Addormentata nel bosco" da Charles Perrault: è da queste, non dalla Disney, che noi attingiamo».

Scegliete sempre di mettere in scena favole…
«Sì, perché ci piacciono i family-show, ci piace farli in un certo modo, colorati e con effetti speciali, ci piace far sognare il pubblico, bambini e persone di tutte le età. Simona, la regista, ama le favole e portarle a teatro è sempre stato il suo sogno. Ed è proprio così, mettendole in scena, che il suo sogno è diventato realtà».

Il pubblico potrebbe aspettarsi che la storia del musical sia uguale a quella Disney. Stravolgere così tanto la trama non è un “rischio”? 
«No perché, anche se modificata, la vicenda di base è comunque la stessa. Inoltre, c’è da dire che le musiche della Walt Disney, essendo protette da diritti, non sono riproducibili. L’unico musical fatto in Italia con licenza Disney (e dunque con musiche originali) è stato quello di "Mary Poppins", messo in scena dalla World Entertainment Company, ma parliamo di un tutt’altro tipo di costi. In ogni caso, noi specifichiamo sempre che la nostra rappresentazione propone una versione differente».

Può svelarci qualcosa sullo spettacolo?
«C’è un colpo di scena sul finale. Nel cartone muore la Bestia, nel nostro musical invece un altro personaggio. Lo farà per un atto d’amore e questo renderà la scena drammatica, ma allo stesso tempo poetica e passionale. Non rivelerò chi è, posso solo dire che ci sarà una totale commozione e  che l’amore, alla fine, lo salverà».

Una storia piena di pathos
«Sì, ma anche di divertimento. È uno spettacolo dove si ride tanto, con personaggi davvero simpatici. Come quello di Splendeur, uno degli oggetti animati (il candelabro) che vive nel castello, o Lefesse, il socio “tirapiedi” di Gerson, o ancora Matisse, il padre di Belle. Però ora basta, non vorrei farvi troppo spoiler…».

 

         

 

In copertina: la locandina del musical. Foto concessa dall'intervistato. 
Nel testo: gli artisti della compagnia Neverland si esibiscono nel musical. Foto concessa dall'intervistato.