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«Dopo l’alluvione, il ministro Musumeci ha parlato dei 600 milioni di euro che i governi hanno finanziato alla Regione in 14 anni per la sicurezza del territorio. Vorrei far notare che per sistemare i corsi d’acqua solo del bacino del Reno e della Romagna occorrono quattro miliardi e mezzo di euro». Così Michele De Pascale, 39 anni, sindaco di Ravenna del Partito democratico al suo secondo mandato e presidente della provincia di Ravenna, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Emilia-Romagna, risponde alle critiche del governo dopo il nuovo disastro in Regione. A sostenere la sua corsa c'è il campo largo costituito dalle principali forze del centrosinistra, tra cui Pd, M5s, Alleanza verdi e sinistra, Azione e Italia Viva.
Nel sondaggio pubblicato il 15 settembre sul Carlino lei è avanti di 13 punti sulla sua avversaria, Elena Ugolini, mentre gli indecisi sono quasi il 49%. Qual è il tema con cui spera di vincere le elezioni regionali?
«Negli ultimi mesi sono stati diffusi due sondaggi. In uno mi davano avanti di 8 punti. Nell’ultimo mi vedono in vantaggio di 13 punti. È chiaro che sono in entrambi i casi dati lusinghieri, però io ai sondaggi do sempre un’importanza relativa. Quando si aprono le urne le elezioni partono sempre da zero a zero e quindi bisogna rispettare i cittadini».
E non teme l’astensionismo in crescita?
«Nelle ultime due elezioni regionali abbiamo visto la prima volta una scarsa partecipazione al voto (solo il 37% degli aventi diritto), mentre la seconda si sono recati alle urne il 70% degli aventi diritto. Ci sono state variazioni enormi. È ovvio che in questi giorni sto facendo appelli per andare a votare numerosi e credo che certi temi come la sanità pubblica stiano a cuore dei cittadini».
Nel dibattito a Parma, la candidata del centrodestra Elena Ugolini ha detto che in questi anni da parte della Regione c’è stata una pessima gestione delle acque.
«Purtroppo in questa campagna elettorale si è fatta molta speculazione politica su temi come l’alluvione. Ugolini si è iscritta a una narrazione che è stata quella di Fratelli d’Italia sin dal primo giorno dell’alluvione del 2023. Il ministro Musumeci ha ricordato che la Regione ha speso per il dissesto idrogeologico, parlando di fondi statali, 600 milioni di euro in 14 anni, 50 milioni l’anno. Se guardiamo i dati, è una cifra risibile per fare i lavori necessari. Per dare un’idea, e questi sono dati forniti dal commissario Figliuolo, per rendere sicuri solo il territorio del bacino del Reno e dei fiumi della Romagna occorrerebbero quattro miliardi e mezzo di euro, quindi con cifre così insufficienti siamo ben lontani dall’obiettivo. Purtroppo della cura del territorio si è parlato molto poco negli anni precedenti le alluvioni».
Quindi sulla gestione del territorio in questi anni è mancato un dialogo tra governo regionale e governo nazionale.
«La situazione è questa. Io sono sindaco di Ravenna e presidente della provincia di Ravenna, la più colpita da queste due alluvioni. Faccio notare che il governo mi ha incontrato solo due volte nel mese di giugno dell'anno scorso, poi mai più. Secondo me sarebbe ora di mettere da parte le polemiche e avviare discussioni serie tra Regione e governo nazionale».
Alla festa dell’Unità il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha detto che la legge regionale sull’urbanistica è un errore del centrosinistra, mentre Bonaccini ha risposto che non esiste una legge regionale più restrittiva di quella dell’Emilia-Romagna del 2017. Da presidente rivedrà questa legge e su quali punti?
«Ho già detto che rifaremo la legge sull’urbanistica. In realtà entrambi, Lepore e Bonaccini, hanno ragione per motivi diversi. Lepore fa bene a sottolineare che questa legge ha dimostrato criticità su temi come la logistica, la casa e l’affitto, quindi su questi ambiti bisogna intervenire. Invece se si parla di altri temi come il consumo di suolo, Bonaccini ha ragione quando dice che questa legge è la più restrittiva d’Italia».
Parliamo di sanità e dei Cau. Da presidente ha intenzione di fare dei cambiamenti?
«I Cau (i Centri assistenza e urgenza, ndr) hanno da un lato consentito di concentrare tutte le energie degli specialisti in emergenza e urgenza nella rete dei pronto soccorso e questo è stato fondamentale perché sennò si correva davvero il rischio che i pronto soccorso andassero in tilt. Dall’altra parte i Cau devono essere riaggiornati in modo da creare un unico sistema integrato con la medicina territoriale. Oggi Cau e medicina territoriale sono due binari paralleli mentre secondo me bisogna fare una riforma complessiva che integri Case della salute, Cau, ambulatori di medicina generale e consultori».
Un toto di assessori per la sua giunta?
«Nessun nome. Ne parliamo dopo le elezioni».
E, a proposito delle personalità politiche legate a Bologna, chi vorrebbe nella sua squadra?
«Mi piacerebbe molto avere nella mia giunta Romano Prodi, ma non credo che sia disponibile (dice sorridendo, ndr)».
Parlando della sua avversaria, cosa apprezza e cosa teme di Elena Ugolini?
«Io la rispetto come avversaria. Non la temo. Mi aspettavo una campagna più nel merito».
Nell'immagine, Michele De Pascale. Foto concessa dall'ufficio stampa