Polemica

È di ieri mattina la notizia dello scontro tra polizia locale e manifestanti avvenuto al parco don Bosco, dove hanno sede le scuole medie Besta. Il fatto in sé è abbastanza semplice: la giunta comunale ha deciso di abbattere l’edificio che ospita le Besta, edificato negli anni Settanta, per costruirne uno nuovo più green e con maggiore efficenza energetica. Peccato però che l’impatto per il quartiere sia abbastanza forte: il parco don Bosco è l’unico polmone verde di una zona estremamente cementificata, fanno notare gli attivisti del Comitato Besta, e per costruire la scuola nuova dovranno essere abbattuti quaranta alberi. Inoltre, la superficie cementificata del parco aumenterebbe sensibilmente.

Ieri mattina mentre il Comitato si trovava in presidio all’interno del parco, è avvenuta una colluttazione tra due vigili urbani e alcuni attivisti che dalle prime ricostruzioni avrebbero tentato di entrare nel cantiere della nuova scuola. La questione è sbarcata ieri sera in consiglio comunale dove il consigliere democratico Maurizio Gaigher ha proposto un testo di condanna ai fatti della mattina. L’ordine del giorno di condanna del gesto ha avuto il benestare del sindaco Lepore e di tutti i consiglieri di Pd, FdI, Lega, Fi, Anche tu Conti e gruppo Misto. Gli astenuti sono stati invece Davide Celli, dei Verdi e il gruppo di Coalizione Civica Bologna che abbiamo raggiunto al telefono.

 

La scelta di astenersi dal votare l’ordine del giorno di condanna riguarda un’adesione ideologica simile a quella degli attivisti oppure riguarda semplicemente la contrarietà a condannare il gesto in generale?

«Come prima cosa ci tengo a ribadire, malgrado l'abbia già affermato in consiglio comunale, che sono contrario ad ogni atto di violenza e sono vicino ai vigili infortunati augurando ad entrambi una pronta guarigione. Detto ciò ci tengo a ribadire che i tafferugli sono durati pochi secondi, io sono entrato nel cantiere e mentre camminavo ho sentito della gente urlare alle mie spalle. Con la coda dell'occhio, alla mia destra, ho visto un agente attorniato da alcune persone mentre cadeva a terra; è stato tutto così veloce che non ho capito cosa stesse succedendo. Stava fermando un manifestante e altri tentavano di impedirglielo? Non ne ho idea, l'ho visto mentre andava a terra. Non ho fatto in tempo ad avvicinarmi che l'agente si era già alzato e si teneva un polso e si lamentava. All'altro agente non ho visto proprio cosa sia successo. Lo ripeto, è durato tutto pochi secondi. Se mi avessero fatto entrare - fra l'altro il cantiere era pieno di gente, attivisti di Legambiente, fotografi, giornalisti, signore con il cane - avrei potuto vedere la scena da un punto più distaccato così da poter descrivere la dinamica dei fatti in maniera più precisa. Se c'è un problema di ordine pubblico è dovere di un consigliere comunale essere sul posto. Non c'erano mezzi all'opera nel cantiere: perché appellarsi alla mia protezione? Quindi non avendo visto la violenza, non mi sono sentito di condannarla. Se però violenza c'è stata la condanno. Qualcuno avrà sicuramente fatto un video. Ho chiesto tempo e di rimandare l'odg ad eventuali approfondimenti, ma in certi frangenti diventa tutto o bianco o nero. O sei contro ai vigili o sei contro ai manifestanti, in questi casi io non voto per "sentito dire" ancor di più se mi trovavo sul posto e non ho fatto a tempo a vedere cosa succedeva. E comunque sia concludo dicendo che, se anche c'è stata violenza, non è che se qualcuno ruba in portafoglio sull'autobus arrestano tutti i passeggeri».

 

Secondo lei c’è un’alternativa più green e meno impattante per risolvere il problema delle Besta?

«La posizione dei Verdi è da sempre stata chiara riguardo alle Besta. Noi siamo per ristrutturare le scuole esistenti, si spende meno e si qualificano ugualmente dal punto di vista dell'efficienza energetica. E a questo proposito, tutte le volte che si ragiona in termini di emissioni e neutralità climatica vorrei fare presente che si prendono in considerazione solo quelle dell'edificio già costruito paragonandole a quelle della vecchia scuola. Troppo facile. Bisogna prendere in considerazione i costi necessari alla fabbricazione dei materiali da costruzione poi anche quello dei mezzi edili, ruspe gru, utensili. Quanta CO2 si emette per cuocere i mattoni nelle fornaci? Quanta per il cemento? Quanto viene impoverito l'ambiente dall'estrazione della sabbia? Sul piano globale, la CO2 emessa per costruire gli edifici è pari al 10%. Possiamo mettere tutti i pannelli solari che vogliamo sul tetto di un edificio, ma questo non ripristina la biodiversità. Quindi è meglio ristrutturare e non tagliare alberi, anche perché di quelli che andiamo a piantare non ne conosciamo l'origine e stiamo quindi rischiando di creare un patrimonio arboreo monoclonale formato da alberi tutti fratelli che sono meno resistenti a qualsiasi cambiamento ambientale. Questa è la mia posizione politica, nonché quella dei Verdi».

 

Il Resto del Carlino liquida la questione parlando di “ragazzotti dei centri sociali” ma c’è un comitato di quartiere contro il progetto. Ne sa qualcosa? Quanto è avversato il progetto da chi vive il quartiere e quanto invece c’è la possibilità che sia una misura da cavalcare per andare contro il comune e l’operato di Lepore?

«Riducono tutto sempre ai Centri Sociali dipinti come una manica di invasati. Io mi sono sempre occupato di animali, quando fui eletto scrissero che ero un gattaro, quindi non conosco bene l'ambiente. Però mi pare che non si tratti di un covo di pericolosi sovversivi, hanno idee radicali, ma le manifestano quasi sempre democraticamente, alle volte occupano le proprietà private e la polizia li sgombera, però mi sembra che la loro attività sia pienamente riconosciuta, sia dall'amministrazione attuale che da quelle precedenti, persino l'amministrazione civica di Giorgio Guazzaloca, che aveva assessori di destra, li finanziò. Questo vuol dire che le loro attività culturali e sociali sono utili e in alcuni casi hanno anche partecipato alla vita politica e democratica della città esprimendo un assessore e consiglieri Comunali come Valerio Monteventi e Roberto Panzacchi. Bologna ha una grande tradizione democratica alle spalle: la vogliamo spazzare via a manganellate o ci mettiamo tutti a discutere intorno a un tavolo? Io mi sono sempre incatenato agli alberi, ai tempi di Guazzaloca e di Cofferati e se tutto finisce con denunce e lacrimogeni non è più la Bologna che ricordo».

 

 

Foto di Nikol Ceola