Europee
«L’Emilia-Romagna oggi è più forte di prima. Grazie a una comunità di persone operose, che anche di fronte a tragedie, si rimboccano le maniche e si lamentano poco. Orgoglioso e onorato di averla potuta servire, insieme a tante e tanti che mi hanno dato una mano, in questi dieci anni», è la replica che il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, affida ai social questa mattina insieme a un grafico che mostra la ripresa del Pil della regione attraverso eventi come sisma, pandemia Covid e alluvione. Dopo le critiche ricevute a pochi giorni dall’ufficializzazione della sua candidatura per le Europee risponde: «Se bene o male, non sta a me giudicare, ma ci ho messo tutto l’impegno e la passione possibili».
L’annuncio della candidatura
Il 20 aprile in un messaggio video di circa dieci minuti si rivolgeva agli emiliano-romagnoli per comunicare la sua scelta dopo una «riflessione lunga» e fare un bilancio dei suoi dieci anni di presidenza, «belli, faticosi ma molto importanti». Bonaccini ha rivendicato il ruolo di «locomotiva d’Italia» per l’Emilia-Romagna, «perché negli ultimi nove anni nessuna regione è cresciuta complessivamente quanto siamo cresciuti noi», e ricordando «le reti sociali e il welfare tra i più forti» nonché il Patto per il lavoro e il clima.
Gli attacchi di FdI e Lega
All’indomani dell’annuncio gli attacchi dal campo avversario non si sono fatti attendere sia da dentro che da fuori l’Emilia-Romagna. «Bonaccini che si candida alle Europee è come Schettino che abbandona la nave dopo averla fatta affondare», ha accusato Stefano Cavedagna, capogruppo di FdI in Consiglio comunale a Bologna e candidato alle prossime Europee nel Nord-Est. Anche Marco Lisei, senatore di Fratelli d’Italia, ha attaccato il presidente dem: «Scappa in Europa e abbandona gli emiliano-romagnoli al loro destino». Da Galeazzo Bignami, viceministro a Infrastrutture e Trasporti, è arrivato l’invito a dimettersi, aggiungendo che Bonaccini avrebbe «usato e strumentalizzato l’alluvione ma e adesso scappa da una barca che non affonda grazie al governo». Il consigliere regionale della Lega, Matteo Rancan, ha definito «irresponsabile» la scelta e ha affermato: «Ora tocca a noi governare la Regione».
Botta e risposta Bonaccini-Evangelisti
La replica del presidente dell’Emilia-Romagna è arrivata ieri sempre tramite Facebook, appellandosi «a quei parlamentari di Fratelli d’Italia che sbraitano su una mia presunta fuga». Bonaccini sostiene che «a differenza di alcuni di loro», «gli emiliani e i romagnoli mi hanno visto in questi dieci anni sempre sul territorio: ogni giorno, ogni settimana, ogni mese» e «mi hanno visto metterci sempre la faccia, anche in occasione delle tante tragedie vissute». La contro accusa arriva nel finale con due domande retoriche: «Se mi ritengono improvvisamente così indispensabile all’Emilia-Romagna», «1. Perché hanno negato la possibilità del terzo mandato? Timore che avrei vinto nuovamente?» e «2. Perché non mi hanno nominato Commissario alla ricostruzione dell’alluvione?».
A questi quesiti ha risposto Marta Evangelisti, capogruppo FdI in Regione, che ha accusato anche il neo-candidato alle Europee di aver «lasciato la sanità emiliano-romagnola in uno stato di grave difficoltà». «Non ha avuto il terzo mandato perché lo ha tolto lei nel 2014. E comunque la Schlein non la voleva. E dopo 12 anni in cui è commissario al sisma ancora non ha finito. E comunque la Schlein non la voleva neppure lì. Si chieda perché la vuole in Europa, invece», ha scritto sui social Evangelisti.
Stefano Bonaccini. Foto Ansa