Esposizioni

Più rara che unica è l’opera che dal 16 febbraio al 7 aprile sarà ospitata al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Bargellini. Si tratta del ritratto della contessa Maria Benedetta di San Martino realizzato nel 1785 da Pompeo Batoni, celebre ritrattista del ‘700. La presenza di quest’opera a Bologna si colloca all’interno del progetto Ospiti, promosso sin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica di Bologna.

Il dipinto di Batoni, considerato il ritrattista più ambito del XVIII secolo, arriva a Bologna grazie allo scambio con Giuditta con la testa di Olofene di Lavinia Fontana che «è diventata una vera e propria ambasciatrice europea di questo museo, grazie alla quale abbiamo potuto coltivare diversi rapporti» ha detto Eva Degl’Innocenti, direttrice del Settore Musei Civici di Bologna. Il ritratto della contessa, infatti, proviene dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid.

Si tratta di un evento particolarmente speciale perché è la prima volta che Batoni arriva Bologna, con un’opera, tra l’altro, insolita per la produzione dell’artista. «I ritratti più comuni di Batoni sono quelli di uomini aristocratici del nord europea, soprattutto inglesi, che arrivavano in Italia per via del Grand Tour», ha spiegato Massimo Medica, direttore dei Musei Civici di Arte Antica. Infatti, per risponde alle esigenze di questo pubblico, Batoni ideò una nuova tipologia ritrattistica, quella del ritratto/souvenir, in cui il personaggio veniva rappresentato in posa elegante, ma disinvolta, accanto a monumenti o reperti antichi proprio a testimonianza del viaggio compiuto.

Per questo, dal momento che il ritratto esposto al museo bolognese rappresenta una donna e per di più italiana, può essere considerato una vera e propria rarità all’intero della vasta produzione di Batoni. «Sono molto felice di essere qui a presentare quest’opera, anche perché la collocazione del quadro le restituisce un forte protagonismo», ha detto Dolores Delgrado Peña, conservatrice di Pittura Museo Nacional Thyssen Bornemisza di Madrid.

Alcuni tra gli aspetti più interessanti riguardano il drappeggio del vestito ma anche l’abbinamento dei colori: nello specifico il contrasto che si crea tra l’azzurro dell'abito e le sfumature argentate dello sfondo. Il cuscino rosso rappresenta una chiara allusione ai principi classici e la capigliatura della contessa, che la slancia verso l’alto, rimanderebbe alla moda francese dell’epoca. Inoltre la donna viene ritratta nell’azione di sciogliere delle perle, chiara allusione alla descrizione di Cleopatra nelle Naturalis Historiae di Plinio il Vecchio. Durante un banchetto, infatti, si racconta che la regina egiziana, per dimostrare a Marco Antonio la sua ricchezza e vincere una scommessa, si tolse uno dei suoi orecchini di perle e lo immerse nell’aceto, per poi bere il liquido una volta che la perla si era sciolta.  

 

Info: www.museibologna.it/

 

Nella foto da destra: Massimo Medica, Eva Degl'Innocenti, Mark Gregory D'Apuzzo, Ilaria Negretti, Dolores Delgrado Peña