Parco don bosco

La situazione è ancora tesa. Il giorno dopo gli scontri tra attivisti e forze dell'ordine al cantiere delle scuole Besta a Bologna, il comitato Don Bosco continua a difendere gli alberi. Al parco don Bosco, infatti, tra i rami tagliati e le transenne utilizzate come barricate, rimane attivo il presidio degli attivisti, anche se oggi non c'è traccia né di operai né di polizia. da Roma intanto è arrivata la condanna del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, dopo gli incidenti di ieri. «Ancora una volta personale in divisa ha subito l'intollerabile violenza di chi ha tentato di impedire il ripristino della legalità, con il ricorso a comportamenti gravissimi che trovano terreno fertile in un sentimento di impunità. Fatti per i quali ho sentito personalmente il questore di Bologna per sincerarmi delle condizioni di salute ed esprimere vicinanza e solidarietà ai 16 operatori delle Forze dell'ordine aggrediti ieri mentre erano impegnati a garantire la necessaria cornice di sicurezza per la liberazione di un'area di proprietà del Comune», ovvero appunto il parco don Bosco dove deve partire il contestatissimo cantiere per le nuove scuole Besta ha dichiarato. «Continueremo a lavorare, anche in sede di esame parlamentare del nuovo disegno di legge sulla sicurezza, per rafforzare gli strumenti a tutela degli appartenenti alle Forze di polizia, che ringrazio per l'equilibrio e la professionalità con cui sanno gestire situazioni molto complesse».

La scorsa notte una ventina di attivisti ha dormito nelle tende disposte sul prato e persino appese agli alberi, a ridosso dell'istituto scolastico che dovrà essere abbattuto. Lì vicino ci sono anche i membri del comitato, che da mesi si esprimono contro la realizzazione dell'opera e che oggi tornano sulla lunga giornata di ieri.

«Sono triste – racconta Gianluigi Gheduzzi, rappresentante del comitato, fondato nel 2015 –, ma almeno mi compiaccio con i manifestanti: se non fossero venuti ieri, qua ormai sarebbe un deserto. Oggi sono tornati a salvaguardare la nostra e la loro idea». Gheduzzi è contrario anche a come ieri è stato gestito l'ordine pubblico: «Non credo fosse il caso di mandare così tanti poliziotti senza prima aver cercato un dialogo, perché noi con loro non abbiamo mai parlato, non siamo mai stati interpellati».

Secondo il comitato le soluzioni potevano essere tante. «Ieri c'era gente che piangeva perché fa male vedere abbattere degli alberi». In merito agli scontri poi, Gheduzzi denuncia di essere stato «calpestato e tirato fuori dalla mischia», mentre pochi momenti prima era stato rassicurato dai dirigenti della polizia «che sarebbe stata fatta un'avanzata tranquilla». Del triste episodio, però, è presente anche un video, «che ho già consegnato al nostro avvocato», tuona l’ambientalista.

Nel frattempo ribolle il mondo politico. Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega in Comune, esprime «totale solidarietà alle forze dell'ordine e a tutti gli agenti feriti dagli ecocriminali violenti che li hanno assaltati», ribadendo che «non è con la violenza che si portano avanti posizioni politiche, e che tutti i contrari a questa opera avrebbero potuto fare la loro parte in occasione delle elezioni comunali contro il progetto del sindaco Lepore, che molti hanno sostenuto».

Dall'altra parte Francesca Fortuzzi di Potere al popolo definisce le proteste dei ieri come «una giornata di resistenza popolare» di fronte alla «responsabilità di una giunta che ha scelto il manganello, da Borsari a Clancy e Lepore».

La maggioranza invece rivendica la scelta di abbattere gli alberi per la costruzione della scuola con l’invito del sindaco a isolare i manifestanti violenti e un’apertura al dialogo. 

 

Foto Dire