Processo Amato

È iniziato il processo a Giampaolo Amato, il medico accusato di aver ucciso nell’ottobre del 2021 la moglie Elisabetta Linsalata, 62 anni, e la suocera Giulia Tateo, 87 anni, tramite un letale cocktail di medicinali, nello specifico psicofarmaci e anestetici. Un caso che sconvolto e diviso la città, in quanto la coppia era molto conosciuta a Bologna. Nel corso della mattinata, in un’aula piena già un’ora prima dell’inizio del processo, si è deciso per l’ingresso come parte civile dell’Ausl di Bologna, in relazione all’accusa di peculato di cui dovrà rispondere l'imputato, accusato di aver rubato i farmaci, approfittando del suo ruolo di medico dell'Ausl in servizio.

La Corte, presieduta dal giudice Piero Luigi di Bari, non ha ammesso la richiesta dell’Unione delle Donne, in quanto i fatti imputati ad Amato sarebbero avvenuti al di fuori di situazioni rientranti nel concetto di violenza di genere o di eventi definibili come femminicidio. Prima delle ammissioni delle prove la difesa ha inoltre richiesto la nomina di un perito super partes per analizzare gli aspetti medico-legali, vista la differenza tra le opinioni dei professionisti consultati in precedenza. «Sono qui per avere giustizia, è quello che mi spinge a stare in quest'aula. Lo faccio per Isabella, è una situazione delicata. Sento una forza e una determinazione importante fin dall'inizio per far emergere la verità. Isabella mi manca tantissimo», ha detto Anna Maria, la sorella di Isabella Linsalata presente in aula al processo assieme a molti altri parenti e amici delle due vittime.  

«Si tratta di un processo estremamente difficile, basato su elementi indiziari, per cui l’istruttoria dovrà essere articolata», ha affermato il procuratore aggiunto Morena Plazzi. Sul finire dell’udienza è stato anche stabilito il calendario del dibattimento fino a ottobre. L’imputato verrà sentito il 18 giugno, la prossima udienza si terrà il 19 marzo.