Intervista
«Il 25 aprile? Strumentalizzato dalla politica, sia da una parte che dall’altra. E alla fine a risentirne è la complessità dell’argomento». È questa l’opinione di Giovanna Cosenza, professoressa ordinaria di semiotica e storytelling all’Università di Bologna, intervistata da InCronaca in vista dell’anniversario della Resistenza. Tra la campagna elettorale per le Europee, la tensione politica e sociale per le due guerre in corso e le recenti polemiche sulla mancata partecipazione di Antonio Scurati al programma televisivo “Che sarà” – nel quale lo scrittore avrebbe tenuto un monologo incentrato proprio sul fascismo – i giorni che precedono il 25 aprile si caricano di tensione. E mentre Bologna si prepara a ospitare gli storici festeggiamenti di via del Pratello e Montesole, Cosenza spiega cosa significa oggi vivere questa ricorrenza.
A cosa è doveroso fare resistenza oggi?
«Credo che oggi il contesto sia mutato e che le nuove forme di resistenza – concependo la Resistenza nel suo significato più “alto” – si giochino su un panorama globale, affrontando temi come la pace e l’ambiente. La questione della Resistenza però viene sistematicamente strumentalizzata tanto dalla sinistra quanto dalla destra».
In che modo?
«Da parte della sinistra attraverso l’insistenza affinché Meloni pronunci la parola “anti-fascismo”, da parte della destra perché insiste nel sottrarsi a questa pretesa. Insomma, mi sembrano tutte chiacchiere utili solo a fare campagna elettorale».
Pensa che alcune rivendicazioni nazionali, come per esempio il rischio censura seguito al caso Scurati, dovrebbero essere legate al 25 aprile?
«Non credo che il caso Scurati sia di peso, anzi io partirei dalle fondamenta legando le rivendicazioni del 25 aprile ai diritti civili e al lavoro».
Che ruolo crede ricoprano i social nella divulgazione di questo evento storico così fondamentale?
«Credo che riflettano la superficialità con cui tutto il sistema mediatico e politico affronta la questione».
Quale strumento o piattaforma consiglierebbe ai più giovani per conoscere la Resistenza oltre questa narrazione superficiale?
«Bisogna leggere dei libri di storia, anche in forma digitale, per approfondire le proprie competenze, ripercorrere gli eventi storici e ricostruire puntualmente i contesti che hanno determinato la genesi della Resistenza. Solo così la complessità del presente è approcciabile».
Bologna è riconosciuta come storica roccaforte rossa e fa scuola per i festeggiamenti del 25 aprile. Quest’anno sarà diverso?
«In effetti, Bologna ha una cultura autonoma sviluppata da questo punto di vista. Ma non vedo particolari differenze nei festeggiamenti di quest’anno».
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