Fondazione Del Monte

“Scivolare nel tempo” avvolgendo lo spettatore nell’atmosfera di un mondo semplice ma variegato, disegnato da una delle illustratrici più importanti della letteratura per l’infanzia dei nostri giorni. La sala che ospita la mostra La terre tourne. Scivolare nel tempo, di Anne Brouillard – promossa dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna a Palazzo Paltroni dal 10 aprile al 19 maggio - è stata allestita dall’associazione culturale Hamelin per permettere al pubblico di immergersi nelle immagini dipinte dall’autrice. Un mondo che restituisce una profondità poetica che la belga Anne Brouillard porta avanti scavando sempre più a fondo negli interrogativi di sempre: chi siamo? da dove veniamo? dove andiamo?

Immagine tratta da "Nino"

Questioni che rendono i suoi libri trasversali anche per età, avendo sempre l’infanzia come punto focale. «In lei l’infanzia è un nucleo generativo, non c’è mai un distacco tra l’essere bambina e l’età adulta», dice Ilaria Tontardini dell’associazione Hamelin. La mostra, che ripercorre l’intera carriera dell’autrice, prende il titolo da uno dei suoi capolavori: La terre tourne (La terra gira), vero e proprio centro gravitazionale della sua produzione. Non a caso tutto ciò che è stato realizzato nei lavori precedenti confluisce e prende forma in questo libro. Così come tutto quello che viene dopo trova qui degli indizi. Il tema del tempo e del movimento – espressi con le variazioni minime ma infinite della luce-, la lentezza del procedere e il legame indissolubile con la natura sono i presupposti del suo lavoro. Alla base de La terre tourne c’è la storia di una nascita, di una trasformazione scandita da un tempo cosmico in cui gli elementi si trasformano. C’è sempre, infatti, nelle pagine una serie di piccole immagini in divenire che mutano l’una nell’altra per ricomparire in qualcosa di nuovo nella pagina seguente. Ad arricchire questa storia un continuo arrivo di personaggi che si susseguono in questo spazio indefinito e in movimento. E così compare un altro degli elementi centrali nella poetica di Brouillard: un senso di comunità che attraversa tutto il suo lavoro attraverso alcuni personaggi che tornano opera dopo opera - come il cane Killiok- e crescono diventando i corpi attraverso i quali l’illustratrice interroga l’esistente. Sono, adulti, bambine e bambini oppure animali che dall’infanzia accompagnano quest’artista che all’infanzia li riporta.


Immagine tratta da "Killiok"

La terre tourne si pone al centro della carriera di Brouillard che, dopo una prima fase – esposta in albi come Il va neiger (Sta per nevicare) e l’Orage (Il temporale) – in cui manca il racconto in senso canonico e si basa invece sulla forza evocativa delle immagini, passa a un periodo più narrativo e definito – come quella di Nino e Killiok - senza perdere mai gli elementi che la rendono unica. Un passaggio che si vede anche in uno stile di disegno che muta da un tratto più sfumato e indefinito a un disegno sempre più contornato e ricco di dettagli. Quello che emerge e che traspira costantemente dalle opere di Brouillard è la sensazione che nei suoi disegni e nei suoi racconti non ci sia mai una gerarchia dei punti vista, non ci sia mai qualcosa di più importante delle altre. Ogni personaggio ha la sua storia e vive il mondo attraverso il suo sguardo e il suo sentire, facendo riflettere lo spettatore anche sulle diverse sfaccettature che può assumere il tempo, che non è mai uguale e non è mai unico. Il consiglio della stessa Brouillard è quello di visitare la mostra «lasciandosi trasportare, entrando dentro le immagini, abbandonandosi senza troppo pensare. Essere adulti e bambini allo stesso tempo».

 

Nell'immagine "La terre tourne". Foto Lorenzo Grosso