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Una cosa è trovarli, un’altra è crescerli. Due sapori diversi, derivanti da ingredienti simili ma non uguali. L’habitat conta parecchio in questi casi e ci vuole tutto l’impegno possibile per renderli calciatori ma allo stesso tempo uomini perché l’una senza l’altra non darebbe i frutti giusti. Frutti rossoblù sempre più pregiati, ecco: uomini e calciatori in erba che si sognano campioni e cercano di emulare i loro miti. Wisdom Amey, Nicola Bagnolini e Lorenzo Menegazzo. Vestono la maglia azzurra under-19 sotto la guida di Bernardo Corradi e il loro obiettivo è giocare con i grandi che stanno incantando il Dall’Ara come non accadeva dai tempi di Roberto Baggio. Quest’anno tutti e tre si sono allenati almeno una volta con loro: «Atmosfera fuori dal comune, stanno compiendo un miracolo». Nel campionato Primavera, però, la classifica è al rovescio: «Siamo entrati in un loop negativo. I nomi ci sono ma negli occhi dei compagni c’è la paura di sbagliare». Ecco chi sono i baby fenomeni dell’under-19 e come stanno vivendo il momento magico rossoblù.

«Con il Genoa in difesa siamo messi male, magari sul 3-0 butto dentro anche il ragazzino». Detto, fatto. 88° minuto, Mihajlovic sostituisce Tomyasu con Amey. 15 anni, 9 mesi e un giorno gli bastano per debuttare nel massimo campionato italiano e infrangere i precedenti record appartenenti ad Amedeo Amadei e Pietro Pellegri (15 anni, 9 mesi e 5 giorni). A tre anni di distanza da quel giorno Wisdom si confida: «Mi sarei aspettato più presenze tra i grandi, con la prima squadra o magari in prestito da qualche parte, ma l’infortunio che ho subito l’anno scorso ha cambiato le carte in tavola e ha rallentato il mio percorso». Capitano della Primavera, Amey è rimasto impressionato dalla disciplina e serietà di Thiago Motta: «Si preoccupa di ogni minimo particolare e vuole sapere sempre cos’hanno fatto i giocatori la sera prima». Si è innamorato dello strapotere fisico e tecnico di Joshua Zirkzee: «Gioca su una nuvola, sembra atterrato da un altro pianeta». Di attaccanti ne ha affrontati parecchi ma quello più fastidioso è stato Zito Luvumbo, oggi al Cagliari in Serie A: «Basso, e imprevedibile, quando cambia direzione è impossibile stargli dietro». Se guarda in Europa invece non ha dubbi: «Lamin Yamal del Barcellona è un alieno».

«Bagno, tieniti pronto perché ti faccio giocare dieci minuti a fine partita». Ancora lui, Sinisa Mihajlovic, sempre il 21 maggio 2021 durante Bologna-Genoa, ultimo match di campionato, manda il portiere Nicola Bagnolini a scaldarsi. Ha da poco compiuto 18 anni e il suo più grande desiderio da bambino sta per realizzarsi: l’esordio in Serie A diventa realtà. «Nella testa un miliardo di emozioni, le gambe che tremano, la prima volta al Dall’Ara, entro in una bolla. Proprio come nei sogni: ancora oggi devo realizzare ciò che è successo quel giorno». Lui ha incominciato la sua carriera da terzino destro: «Non ero il massimo, poi guardando dei miei amici portieri che si divertivano come pazzi tra i pali mi sono appassionato al ruolo e non l’ho più lasciato». Intanto, quest’anno i risultati non brillano in Primavera. «La differenza è nell’atmosfera che si respira in campo e nello spogliatoio. Oltre alla qualità altissima dei singoli, loro in allenamento si divertono». Il suo idolo è Courtois, portiere del Real Madrid, a cui ruberebbe la sicurezza nelle uscite alte. Nel frattempo, guarda con ammirazione i suoi colleghi in Primavera e Serie A: «Sensazionali Palmisani del Frosinone e Di Gregorio del Monza».

«Devo tantissimo a mister Biavati dell’under-15 del Bologna, il primo a intravedere in me le qualità di un tuttocampista box-to-box». Mediano, mezzala, esterno e trequartista: Menegazzo ha le chiavi del centrocampo della Primavera e della nazionale under-19. «Mi piace inserirmi, amo fare assist e quando capita la butto dentro». Tra le sue qualità anche la freddezza sui calci di rigore: «Difficilmente li sbaglio». Non ha ancora esordito in prima squadra ma quest’anno si è allenato con loro un paio di volte: «Sotto l’aspetto della personalità e del carattere rispetto a noi sono già uomini». Ha già le idee chiare su chi mettere gli occhi e ispirarsi: «Mi piace Giovanni Fabbian, molto simile a me come caratteristiche. Anche lui è venuto fuori dalla Primavera poi ha fatto un anno di Serie B ed è tornato. Mi ci rivedo perché sa fare benissimo entrambe le fasi ed ha un ottimo fiuto del gol». In Italia, paese per vecchi, i giovani non hanno spazio. «Sicuramente c’’è qualcosa di vero in questa frase. All’ estero vedo talenti della nostra età già in campo in gare importanti, qui in Italia invece c’è un pò più di paura ad affidare responsabilità, ma ritengo che se uno si fa trovare pronto l’occasione prima o poi arriva».

 

 

Nell'immagine principale l’esultanza di capitan Amey dopo il gol contro il Verona. 

Nell'immagine all'interno dell'articolo da sinistra Lorenzo Menegazzo, 18 anni; Nicola Bagnolini, 20 anni; Wisdom Amey, 18 anni. Foto concesse dall'ufficio stampa del Bologna Fc.