Strage 2 agosto 1980

Memoria, solidarietà, futuro. Queste le tre parole che meglio rappresentano la commemorazione annuale di quel famoso 18 aprile 1982 in cui Papa Giovanni Paolo II visitò la stazione ferroviaria di Bologna Centrale e fece una preghiera per omaggiare le 85 vittime della strage di matrice neofascista del 2 agosto 1980. Un gesto che portò un po’ di conforto alla città di Bologna e che venne molto apprezzato anche dall’Ucsi, l’Unione della Stampa Cattolica Italiana.

In particolare, nel 1990, la sezione dell’Emilia-Romagna dell’associazione dei giornalisti cattolici propose di collocare, con il permesso delle Ferrovie dello Stato, sulla parete esterna della sala d’attesa - che si affaccia sul primo binario - una lapide che riporta parte di quella preghiera e che venne inaugurata e benedetta il 5 dicembre di quell’anno dal Cardinale Giacomo Biffi.

Ogni 18 aprile l’Ucsi partecipa alla celebrazione recitando una preghiera prima nella cappella della stazione, al cui interno vi è sulla parete di destra una piccola targa che rievoca il giorno della strage, e poi nella sala d’aspetto dove, al suo interno, appesa a un'altra parete, vi è la targa sulla quale sono riportati i nomi e le età delle 85 persone rimaste uccise.

Una cerimonia alla quale ogni anno partecipa anche l’associazione dei parenti delle vittime della strage del 2 agosto.

«Per noi familiari diviene sempre più importante dedicare una preghiera ogni anno per mantenere vivo il ricordo di quella strage e del gesto del Papa», dichiara Anna Pizzirani, la vicepresidente dell’associazione. «Un gesto dal grande valore storico, oltre che religioso – prosegue -. Faccio notare che Papa Giovanni Paolo II venne qui a Bologna un anno dopo esser stato ferito nell’attentato di Piazza San Pietro, ulteriore motivo per cui apprezzare quell’iniziativa, indipendentemente dall’idea politica o dal credo religioso di ognuno», sottolinea Pizzirani.

«Quando esplose la bomba, rimase ferita mia figlia, che allora aveva solo 11 anni», ricorda Pizzirani.

«È fondamentale continuare a parlare delle stragi che hanno sconvolto l’Italia dal 1969 al 1984, oltre a cercare la verità. Purtroppo nelle scuole il piano didattico spesso si ferma alla seconda guerra mondiale e all’immediato dopoguerra, per cui capita a noi parenti delle vittime di riscontrare nel Paese tanta ignoranza. Per tale ragione la nostra associazione organizza da molti anni incontri con diverse scuole, in parte bolognesi in parte di altre città, e ogni anno parliamo con circa tremila studenti». «Una cosa che occorre far notare ai giovani è che queste storie sono storie del Paese e quindi appartengono a tutti noi e non solo ai familiari dei morti o dei feriti», conclude la vicepresidente dell’associazione. 

 

Nell'immagine, la commemorazione davanti alla targa commemorativa del 2 agosto. Foto di Eugenio Alzetta