suviana

«La politica ha il dovere di interrogarsi su come garantire la sicurezza sul lavoro, qualunque sia l’esito delle indagini», ha detto la consigliera regionale del M5s Silvia Piccinini ricordando la strage, costata la vita a sette persone, nella centrale idroelettrica di Suviana, sottolineando la necessità che simili tragedie non si ripetano mai più. In aula ha presentato un’interrogazione a risposta immediata e ha chiesto «il potenziamento delle azioni che garantiscano la sicurezza nei luoghi di lavoro per le ditte appaltanti, in particolare quelle di proprietà pubblica. Soprattutto per quelle che esternalizzano le attività strategiche perché – ha spiegato - più si allunga la catena degli appalti più si allontanano le responsabilità».

Poi ha richiamato l’attenzione sul tema degli appalti. «Secondo notizie stampa da oltre un anno nell’impianto di Bargi erano stati avviati lavori di manutenzione straordinaria per l’efficientamento dei gruppi di generazione per i quali Enel Green Power aveva stretto contratti con tre aziende primarie: Siemens, Abb e Voith. Visto che le ditte indicate sul cartello dei lavori all’impianto sono nove, si dovrà ricostruire la catena dei subappalti e verificare competenze e regolarità delle aziende». In risposta l’assessore allo Sviluppo economico e sicurezza sul lavoro, Vincenzo Colla, ha riconosciuto che «l’incidente di Bargi mostra la necessità di un intervento normativo preventivo contro la competizione sleale, nello specifico per le concessioni, e di come questo debba avvenire all’interno di specifiche politiche nazionali». E ha dichiarato di aver parlato di questo con la ministra del Lavoro, Marina Calderone. «Serve una stringente verifica sulle imprese», ha proseguito. «In Regione il tema della sicurezza è definito anche nel Patto per il lavoro e per il clima siglato con i sindacati. Gli obiettivi sono la legalità e un lavoro di qualità».

Un confronto politico che segue il summit con cui ieri il procuratore capo Giuseppe Amato e il sostituto Flavio Lazzarini hanno attribuito le deleghe per approfondire lo stato della centrale di Bargi e possibili/eventuali rischi che avrebbero corso gli operai. I carabinieri del nucleo dell’ispettorato del lavoro studieranno i rapporti tra Enel e le ditte, appaltatrici e subappaltatrici, coinvolte nei lavori. Mentre l’Ausl dell’Emilia-Romagna, i medici di della prevenzione degli infortuni sul lavoro, in équipe con un chimico e un tecnico esperto di prevenzione, analizzeranno i racconti dei testimoni e i dispositivi di sicurezza dell’impianto prima e durante l’accaduto per capire se e quando gli inquirenti potranno fare i sopralluoghi utili alle indagini. Nel frattempo continuano i lavori dei vigili del fuoco, supervisionati dall’Ausl, per svuotare i piani sotterranei. Attualmente è questa l’urgenza. E per affrontarla, per decidere la strategia e le idrovore da usare, ieri pomeriggio Enel Green Power ha incontrato una delegazione composta dal il responsabile della sicurezza, Valerio Giardina, il direttore delle relazioni esterne Nicolò Mardegan, i responsabili affari istituzionali Fabrizio Iaccarino, il suo equivalente in Regione Massimiliano Bega, l’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla, e i sindaci Matteo Lepore, Marco Masinara (Camugnano), Maurizio Fabbri (Castiglione) e il capo di gabinetto metropolitano, Sergio Lo Giudice. Quest'ultimo ha trattato il tema delle possibili ripercussioni sull’occupazione dopo le indagini che presumibilmente richiederanno un lungo periodo di chiusura della struttura. «L’azienda – ha spiegato - ha garantito la piena salvaguardia occupazionale». Mentre nella mattinata il prefetto, Attilio Visconti, dopo aver incontrato i vertici di Enel, ha annunciato «l’avvio di una raccolta fondi, per le vittime» che si aggiungerà ai due milioni già stanziati.

 

Foto: Ansa